"Censura contro le azioni di violenza della Guardia Civil ordinate dal Governo Rajoy in occasione del referendum per l'indipendenza dello Stato catalano che si è svolto il primo ottobre scorso, e solidarietà al popolo catalano, auspicando che prosegua il suo percorso pacifico in cui sia garantito il diritto di esprimersi su qualunque riforma inclusa quella sull'autodeterminazione".
E' il contenuto dell'ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale della Sardegna prima del varo alla riforma della rete ospedaliera. L'odg, recependo un'integrazione chiesta in Aula dal capogruppo del Partito dei sardi Gianfranco Congiu, chiede anche "l'immediata scarcerazione e remissione in libertà di quanti (15 funzionari parlamentari e i presidenti delle associazioni Omnium Cultural e Anc) sono stati sottoposti a misure di privazione della libertà per i fatti connessi ai fatti dell'1 ottobre".
"SARDEGNA SI CANDIDI A MEDIARE" - Gli indipendentisti di Sardigna Libera, "di fronte all'aggravarsi degli eventi e al rischio di una svolta violenta e antidemocratica in Catalogna", sollecitano tutte le istituzioni dell'Isola, i parlamentari e gli eurodeputati a promuovere "in tutti i livelli istituzionali processi di pace, di rispetto della libertà e delle scelte democratiche fatte dal popolo catalano per la propria indipendenza".
L'appello, lanciato nel giorno in cui il Consiglio regionale della Sardegna ha approvato un ordine del giorno su questo tema, parte dall'assunto che "l'inasprimento dello scontro tra il governo di Madrid e il governo della Catalogna, all'indomani della vittoria del referendum con cui due milioni di catalani si sono espressi a favore dell'indipendenza, richiama l'attenzione della Regione Autonoma della Sardegna, che già si è espressa favorevolmente con un pronunciamento del Consiglio a favore del diritto dei catalani all'indipendenza". Secondo Sardigna libera, "l'indisponibilità del governo di Madrid a mediare i conflitti con il governo della Catalogna non depone per una risoluzione pacifica, con Madrid che non esclude l'uso della forza militare".
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