Sardegna

Confini Italia-Francia, altolà pescatori

Opposizione a piano francese firmato in acque Bocche Bonifacio

Redazione Ansa

"Giù le mani dai confini delle acque internazionali al largo della Sardegna". Lo urlano a gran voce i pescatori sardi con l'ex deputato e leader di Unidos, Mauro Pili, che denunciano "il piano strategico della Francia di annettere le porzioni più pescose delle acque internazionali davanti alla Sardegna".

Secondo Pili, quell'atto "è unilaterale, illegittimo e maldestro e va respinto senza se e senza ma". Partita da Santa Teresa di Gallura, la delegazione di pescatori del Nord Sardegna, capeggiata dal politico di Iglesias e dai rappresentanti delle marinerie locali, ha firmato al largo un documento con sui si oppongono a quello che è stato definito lo "scippo francese", intervenendo ufficialmente nella procedura anche in vista di eventuali ricorsi alla giustizia europea.

"Quella procedura dà per acquisito un accordo internazionale di tre anni fa, che l'Italia non ha mai ratificato e, dunque, è pari a carta straccia", dice Pili. "Il parlamento aveva detto a chiare lettere di non voler nemmeno esaminare quella proposta di cessione di confini marittimi - prosegue - ma la Francia, anziché prendere atto della decisione, tenta la strada della procedura unilaterale con la pubblicazione del piano strategico che ingloba di fatto quelle aree di mare nella regione marittima francese".

L'opposizione firmata oggi dai pescatori e da Unidos rappresenta la prima azione, anche giuridica, per fermare il piano francese, "che registra il vergognoso silenzio delle autorità italiane". Al contrario, Pili e i pescatori annunciano battaglia. "Se sarà necessario andremo davanti alle corti europee - annuncia - e all'iniziativa di oggi seguirà una mobilitazione decisa per fermare per sempre questo piano".

L'atto odierno, firmato simbolicamente nelle acque internazionali sulle Bocche di Bonifacio, sarà inviato al presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, e al Ministro del Mare d'oltralpe: "L'opposizione si inquadra nel processo pubblico che si conclude il 26 marzo prossimo e chiede l'immediata revoca di ogni procedura di unilaterale applicazione dell'accordo di Caen del 2015".
   

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