Una pianta endemica sarda potrebbe in futuro essere utilizzata in medicina per bloccare il virus dell'Hiv-1 nelle cellule infette. La scoperta, fatta da un'equipe multidisciplinare dell'Università di Cagliari che mette insieme biologi e virologi del dipartimento di scienze biologiche, ha origine dallo studio sull'Hypericum scruglii, della famiglia degli Hypericaceae, piante officinali utilizzate nella medicina popolare. I ricercatori sono riusciti ad isolare in laboratorio sei composti (principi attivi) scoprendo che riescono a bloccare gli enzimi che permettono la replicazione del virus Hiv-1.
La ricerca ha implicazioni future molto importanti perché attraverso le ulteriori analisi di laboratorio che serviranno a ottimizzare e potenziare la molecole, a definire dosaggi e ad escludere eventuali tossicità, potrebbe portare in futuro alla realizzazione di un farmaco che sostituirebbe l'attuale mix di medicinali per la terapia dell'Hiv-1.
In particolare il composto più attivo è una molecola "multitarget" e quindi innovativa perché permette di agire su più fronti contemporaneamente, puntando così ad una eventuale riduzione dei farmaci usati nel "cocktail". "La molecola è in grado di inibire in vitro la trascrittasi inversa e l'integrasi dell'immunodeficienza umana di tipo 1 e si è dimostrata in grado di inibire anche la replicazione del virus in colture cellulari", spiega la virologa e ricercatrice di microbiologia, Francesca Esposito. "Questo composto non era mai stato isolato prima di questo studio. Abbiamo visto che le piante endemiche, anche grazie all'isolamento, sono in grado di produrre composti originali - dice Cinzia Sanna, ricercatrice di Botanica Farmaceutica - Questo progetto sta andando avanti da 8-9 anni sulle piante della Sardegna e abbiamo saggiato ad oggi 20-25 estratti di specie endemiche. Alcune si sono dimostrate attive sull'Hiv: questa è una di quelle più interessanti".
L'Hypericum scruglii è localizzata in aree ristrette della Sardegna, Ogliastra e Sarcidano (in provincia di Oristano) dove ci sono calcari mesozoici.