"L'agricoltura regionale è stremata. Mancano le risorse per far fronte agli impegni assunti dalle aziende e dopo la violenta ondata di maltempo nel 2017, oggi siamo costretti a registrare ulteriori gravissimi danni e ingenti perdite che non saranno inferiori a 300 milioni di euro". Lo afferma il presidente degli agricoltori della Cia, Francesco Erbì, secondo il quale "si fa sentire l'assenza di un progetto regionale di gestione e manutenzione infrastrutturale dei territori a causa del quale troppi danni sono pagati dalla parte più debole dei cittadini: gli agricoltori e le popolazioni delle aree interne".
"Gli agricoltori e le popolazioni rurali non possono essere chiamati a sostenere da soli i costi che derivano dalla assoluta incuria di gestione dei territori - denuncia - È necessario, oggi più che mai, alla luce dei drammatici disastri idrogeologici verificatisi in questi giorni, con costi assoluti, in termini economici e di vite umane, un intervento che coinvolga tutto il territorio regionale". Secondo l'organizzazione procedendo per la rinaturalizzazione dei suoli degradati, per la ricostituzioni dei soprassuoli forestali di salvaguardia, ricostituendo il potenziali produttivi dell'agricoltura e della zootecnia sarda".
Erbì sollecita quindi l'avvio di una "discussione generale nella popolazione sarda per costruire una strategia e un progetto di nuovo sviluppo alternativo e diverso rispetto al modello industrialista datato e privo di prospettiva, attualmente al centro dell'agenda politica dell'attuale classe dirigente regionale".