di Maria Grazia Marilotti
Un cuore palpitante e straziato per uno spettacolo intenso, bello e crudele. Antonio Marras si racconta e mette in scena "Mio cuore io sto soffrendo. Cosa posso fare per te?" in anteprima nazionale da ieri fino al 25 novembre al Teatro Massimo di Cagliari per la Stagione del Cedac. La pièce raffinata e suggestiva, prodotta da Valeria Orani per 369gradi, tra atmosfere oniriche e momenti ludici e grotteschi che segnano le diverse età della vita, approderà il 27 novembre al Teatro Civico di Alghero, la città di Marras.
Un esordio tra gli applausi, per il celebre stilista, alla sua prima volta in veste di regista teatrale. Sold out al botteghino e un pubblico da grandi eventi, in sala tra gli altri Geppi Cucciari. "Mio cuore" è un'opera visionaria, destinata a far discutere. Affronta con fanciullesca innocenza, o matura spregiudicatezza, temi complessi e fondamentali: famiglia e educazione, amicizia e amore, l'inesorabile scorrere del tempo, traducendo in immagini sogni e paure, inquietudini e emozioni. Marras racconta gli inganni e le lacerazioni del cuore attraverso una serie di quadri che nascono e si dissolvono come in un set cinematografico, o dietro le quinte di una sfilata, nell'attimo di pausa in cui uno specchio riflette la nostalgia di un'eterna giovinezza a fronte della metamorfosi e del tradimento del corpo.
L'artista mescola le carte, si muove tra differenti mondi e linguaggi, intreccia moda, danza e teatro, letteratura, musica e poesia, su un palcoscenico vuoto che si popola di fantasmi, tra ricordi di scuola e regali sbagliati, la scoperta dell'intimità e il gelo dell'incomprensione. Graffi sull'anima, fratture mai rimarginate, in un'amara cognizione del dolore: tormento e umiliazione, separazione, assenza, rassegnazione e disincanto diventano quasi riti di passaggio, momenti di crescita, sul sentiero di una, vana, ricerca della felicità. Un gioco di rimandi e citazioni, da Buzzati a Calvino, da Leopardi a Palazzeschi, Carducci, Gozzano e Shakespeare, tra un inno religioso e i canti tradizionali della Sardegna interpretati da Elena Ledda, nodi di corpi e guerre di parole affidati a un cast spettacolare.
Accanto ad attori come Ferdinando Bruni e Federica Fracassi, Giovanni Franzoni, Mauro F. Cardinali, Marco Vergani, il danzaterapeuta Vincenzo Puxeddu, il danzatore Francesco Marilungo e la top model, attrice (per Robert Altman) Simonetta Gianfelici. E i danzatori dell'Asmed Balletto di Sardegna, silhouette in movimento tra luci e ombre dell'esistenza con coreografie di Marco Angelilli, riappaiono nel quadro finale, tra amore e ferocia, in un'ultima dissolvenza tra gli applausi, sulle note della celebre canzone di Rita Pavone.
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