"Riaprire subito con lo Stato la vertenza sulle accise dei prodotti petroliferi". Lo chiedono ancora una volta i Riformatori, protagonisti di un sit-in davanti al palazzo della presidenza della Regione, in viale Trento a Cagliari, per ribadire che le imposte petrolifere sui prodotti realizzati in Sardegna devono restare nell'Isola. Dopo la manifestazione una delegazione rappresentata dal coordinatore regionale Pietrino Fois, dal consigliere Michele Cossa e da Matteo Rocca, coordinatore giovani del Comitato Insularità, è stata ricevuta dal governatore Francesco Pigliaru.
"I nostri diritti sulle accise valgono ameno tre miliardi di euro - spiega Fois - E lo Statuto attribuisce alla Sardegna i nove decimi dell'imposta di fabbricazione sui prodotti che ne sono gravati. Tuttavia, il decreto legislativo 114 del 2016 ha costretto la Regione ad accettare 'norme di attuazione' che vanno in senso opposto alla legge e stabiliscono che le quote delle accise spettanti siano determinate dall'Agenzia delle dogane e dei Monopoli sulla base dei prodotti immessi in consumo nel territorio regionale".
Tutto ciò, denunciano i Riformatori, mentre il percorso di maggiore autonomia intrapreso da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna va avanti. "Le norme di attuazione sono inique e vessatorie e vanno subito ricontrattate", attacca Cossa. Da qui l'invito affinché "il primo atto della prossima Giunta regionale, dopo le elezioni di febbraio, sia quello di aprire la vertenza con lo Stato per la stesura di nuove norme di attuazione che riconoscano il legittimo diritto dei sardi a percepire le accise sui carburanti". Infine, un appello a tutte le forze politiche sarde "per l'inserimento delle accise sui prodotti petroliferi nella prossima legge finanziaria".