Il centrosinistra batte un colpo in Sardegna con l'elezione alle suppletive di Andrea Frailis per il seggio lasciato vacante da M5S e cerca di trovare spunti positivi in prospettiva, con le Europee e diverse elezioni regionali in vista. Ma tiene banco il manifesto di Carlo Calenda, che con l'intenzione di unire i progressisti pro Europa rischia anche di dividere il Pd al suo interno e le forze alla sua sinistra. Lo stesso ex ministro conferma che Matteo Renzi non lo appoggerà, pur dandone a suo dire un giudizio positivo. Intanto non si ferma la guerra delle cifre sul congresso dei dem. Il giornalista sardo, che ha rianimato la sinistra a Cagliari prendendosi il posto del velista Andrea Mura - espulso dai cinquestelle per le assenze e dimessosi dalla Camera - parla di "un centrosinistra che é vivo e che la gente vuole unito". Frailis parla della campagna tra la gente, ascoltandola, e dell'assenza della parata dei leader nazionali come ingredienti del successo, sottolineando che Silvio Berlusconi e Luigi Di Maio andando in Sardegna non hanno impedito "il disastro di M5S e centrodestra". L'affluenza di appena il 15 per cento non rovina la festa, in una zona dove i cinquestelle avevano fatto il pieno alle politiche.
"Il populismo inizia a sgonfiarsi", afferma Matteo Renzi. Nicola Zingaretti e Maurizio Martina, principali rivali nella corsa alle primarie Pd, parlano, rispettivamente, di "storia che può cambiare" e di "unità" che porta alla vittoria. Un fronte comune "con una lista unica e un simbolo unitario e sotto quelli dei partiti", come viene delineato dall'ex ministro dello Sviluppo. "Ma se non si va oltre il Pd non mi candido", avverte. Con paletti chiari a sinistra - Leu é esclusa - e a destra verso Forza Italia. "Renzi? Basta renziani e antirenziani", risponde Calenda, che non voterà alle primarie. Zingaretti si gode i risultati ufficiosi - non vidimati dalla Commissione congresso - che lo danno in testa bene nel voto dei circoli. Dal suo staff si sottolinea la vittoria nelle città e un voto che sarebbe slegato dai 'padroni delle tessere'. Martina si concentra invece su due proposte alternative a quelle del governo: invece di 6 miliardi per il reddito di cittadinanza - "inefficace e iniquo" - meglio 3 per completare il reddito di inclusione del governo Gentiloni e gli altri 3 per giovani e disoccupati.
Il reddito targato M55 é un punto critico nel Pd, con settori renziani che spingono per il referendum abrogativo e Calenda che invece rimprovera Maria Elena Boschi per la battuta su "una vita in vacanza" ed esorta a modificare la misura. Anche Martina é contrario al referendum. Calenda sarà nel weekend al congresso di fondativo di +Europa a Milano, una delle forze che vorrebbe dentro la lista proposta, ma che non sembra orientata per ora a partecipare. Alle Europee con il proporzionale e la polarizzazione pro-contro Ue la soglia del 4 per cento appare possibile.
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