di Roberto Murgia
Fanno da 'cavia' e lo sanno bene. In Sardegna la legge sulla doppia preferenza di genere si sperimenta per la prima volta su di loro, le circa settecento candidate alle regionali del 24 febbraio: gli elettori potranno esprimere due voti e, se decidono di farlo, uno dovrà andare necessariamente ad una donna. Ma dietro l'angolo si nasconde anche un'insidia: quella della nullità del voto nel caso si esprimano due preferenze per candidati dello stesso genere (due uomini o due donne) o facenti parte di liste o coalizioni differenti. L'altra novità è che nella composizione delle liste la parità è perfettamente garantita.
Tuttavia, c'è più di un 'ma'. Il provvedimento non garantisce il seggio a nessuna. Però, "è un'opportunità - osserva Margherita Zurru, avvocata in corsa nella circoscrizione di Nuoro con Campo Progressista - è scientificamente provato che nel corso degli anni l'effetto sarà positivo". E' evidente, ammette, che "ci vorrà un pò, ma sono contenta di constatare la presenza di candidate di qualità in tutti gli schieramenti". Zurru non ha sposato l'opzione ticket. Ovvero il metodo dell'"accoppiata", per cui in campagna elettorale due candidati si presentano assieme, persino con un doppio 'santino'.
E qui altre perplessità perché, in alcuni casi, il candidato maschio 'forte' stringe accordi con più di una donna. Effetto "harem", l'ha definito maliziosamente qualcuno. Ma chi ragiona al contrario sostiene che i vantaggi siano tutti per le candidate. "I ticket non mi piacciono", dice Alessandra Corongiu, sindaca di Pimentel e candidata con Forza Italia nella circoscrizione di Cagliari. Perché, spiega, "se un uomo li usa con più donne è lecito porsi un dubbio: la doppia preferenza porta più voti alle donne o agli uomini forti?". Detto ciò, "io promuovo il nuovo meccanismo ma gli effetti che produrrà li scopriremo il 25 febbraio". Maddalena Calia (Fi), già sindaca di Lula ed europarlamentare, è candidata a Cagliari. "Se una donna ha pochi voti l'uomo è disposto a portarla, se ne ha molti no", sostiene. Ad ogni modo, "la doppia preferenza ci voleva", e in generale "il voto a una donna è un voto di fiducia, per questo dico che siamo costrette ad essere comunque più brave".
Per Vittorina Baire, consigliera comunale a Capoterra e in gara con il Pd nella circoscrizione di Cagliari, "le donne devono faticare il triplo per essere elette. Io mi presento con un programma di cose già realizzate, lo faccio con rispetto ed etica". Quanto al nuovo meccanismo, "è sicuramente importante ma quest'anno sarà difficile perché ci sono tanti consiglieri uscenti uomini che puntano a una riconferma". Secondo Patrizia Desole, candidata con il Pd nella circoscrizione di Olbia, "la doppia preferenza è una grande novità, la gente coglie bene le opportunità e io sto avendo riscontri positivi". Francesca Asquer, in corsa a Cagliari per Sardegna 20Venti (centrodestra), ha il ticket col fondatore del movimento Stefano Tunis e vede il bicchiere mezzo pieno: "Siamo rappresentate al cinquanta per cento nelle liste, questa è un'opportunità".
Daniela Forma (Pd) è una delle quattro uscenti e cerca una conferma a Nuoro. "A mio avviso le opportunità di riuscita crescono notevolmente, dobbiamo lavorare perché in tutte le case sappiano che si possono esprimere due preferenze", suggerisce. E' vero, confessa, "a guardare le liste i volti più noti e percepiti come forti sono sempre maschili". In questo panorama, pure variegato, il Movimento 5 stelle fa eccezione. "A Olbia siamo sei candidati - spiega Sonia Calvisi, in corsa nella circoscrizione Gallura - andiamo in giro tutti assieme e presentiamo tutti e sei". E la doppia preferenza? "E' un'opportunità per l'elettore che può dare un voto in più, ma noi siamo contro i personalismi".
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