Resta in salita la trattativa sulla definizione del prezzo del latte ovino. Il tavolo nazionale di filiera sul pecorino, convocato al Viminale dal vicepremier Matteo Salvini, è stato sospeso per essere di nuovo convocato sabato in Sardegna, in concomitanza della visita del ministro dell'Agricoltura, Gian Marco Centinaio. Le parti escono amareggiate: l'industria del settore, secondo quanto si apprende, ritiene che l'offerta di 70 centesimi sia adeguata mentre i pastori sottolineano che persino in Grecia, dove la crisi è più forte, il latte ovino è pagato 90 centesimi al litro.
Presenti all'incontro anche il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e l'assessore all'Agricoltura, Pier Luigi Caria, una delegazione dei pastori sardi, oggi senza bandiere associative perchè, come sottolineano, "il latte è di tutta la Sardegna. Ci hanno sempre additato come popolo disunito e invece con questa battaglia per il giusto prezzo stiamo dimostrando il contrario".
SALVINI, 1 EURO AL LITRO. "Da 60 centesimi a un minimo di 1 euro al litro, è questo dove spero di arrivare questa sera e non mi alzerò dal tavolo sul latte fino a quando non lo ottengo". Lo ha detto il vice premier Matteo Salvini, intervenuto alla presentazione del Rapporto di Agromafie 2018, a proposito della riunione convocata questo pomeriggio al Viminale con tutte le parti interessate alla protesta degli allevatori in Sardegna.
"In Sardegna - ha detto ancora il ministro - si deve poter tornare a mungere, vendere e viaggiare in macchina e non tollero che per altre settimane ci siano strade bloccate". Quanto al contrasto alle agromafie, Salvini ha aggiunto: "occorre verificare la filiera, la tracciabilità, tutelare le aziende sane che sono il 99% e andare a beccare i delinquenti. A monte di tutto, poi, c'è la difesa del made in Italy in sede Ue, perché la contraffazione è un incentivo alla criminalità organizzata". Per l'Italia, "l'agricoltura - ha aggiunto - è come il petrolio per l'Arabia Saudita".
Leggi l'articolo completo su ANSA.it