Sardegna

Fondi Sardegna: 3 anni a Barracciu (Pd)

Ex sottosegretaria in primo grado era stata condannata a 4 anni

Francesca Barracciu

Redazione Ansa

Condanna ridotta in appello e l'assoluzione da una delle due imputazioni di peculato, quella legata ad una fattura pagata da un'azienda riconducibile al compagno. L'ex sottosegretaria alla Cultura del governo Renzi, Francesca Barracciu (Pd), ha ascoltato in silenzio oggi la sentenza pronunciata dalla Corte presieduta dal giudice Antonio Onni: tre anni, tre mesi e venti giorni di reclusione rispetto ai quattro anni inflitti in primo grado al processo per l'inchiesta sui fondi destinati ai gruppi consiliari della Sardegna nella XIV legislatura. La Corte d'appello di Cagliari ha dichiarato prescritte le contestazioni dal dicembre 2005 all'aprile 2006, ma ha fatto anche cadere ("perché il fatto non sussiste") la seconda contestazione per 3.600 euro relativa ad un assegno pagato alla società "Evolvere" che, nel 2009, avrebbe organizzato convegni e incontri per conto del Pd. Eventi a carico del gruppo consiliare di cui, però, si erano perse le tracce durante le indagini di finanzieri e carabinieri.

L'ex europarlamentare del Pd, difesa dall'avvocato Franco Luigi Satta, era accusata di due peculati che, sommati, superavano di poco gli 80mila euro. Finita nell'indagine sulle spese illecite compiute con i fondi destinati ai gruppi del Consiglio regionale, che in Sardegna ha coinvolto un'ottantina di politici della XIII e della XIV legislatura, Francesca Barracciu si era giustificata davanti agli investigatori della Procura spiegando che buona parte dei soldi ricevuti dal gruppo erano andati in spese carburante e rimborsi chilometrici. Le indagini del pm Marco Cocco, titolare di tutti i fascicoli, avevano però accertato che non era così.

Nel processo d'appello, il legale Satta ha protestato con forza sostenendo che sia stata leso il diritto della difesa perché l'ex sottosegretaria era stata stralciata dal resto degli indagati, ancora in attesa del processo di primo grado. A chiedere la conferma della sentenza, invece, era stata la sostituta procuratrice generale Maria Grazia Genoese. Letta la decisione che riforma in parte la condanna di primo grado, il difensore ha annunciato ricorso in Cassazione. "Andremo serenamente al terzo tempo - si è limitata a dire la Barracciu - per ora, però, mi conforta che sia caduta una delle accuse su cui in tanti avevano speculato".

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