Sardegna

Anziano ucciso, arrestato il complice

Accusa è favoreggiamento, avrebbe dato vestiti puliti a 41enne

Redazione Ansa

Uno scempio. Oltre cinquanta ferite da taglio inferte sul corpo di Adolfo Musini, l'88enne trovato morto domenica sera nella sua abitazione di piazza Valesassina nel quartiere San Michele a Cagliari. E' quanto accertato dall'autopsia effettuata dal medico legale Roberto Demontis. Molto dettagli, però, vengono mantenuti riservati perchè l'inchiesta non è ancora chiusa. Oltre all'arresto dell'autore materiale del delitto, Eugenio Corona - reoconfesso anche di un tentativo di omicidio sempre a scopo di rapina avvenuto dopo il delitto - e del complice accusato di favoreggiamento, c'è un terzo sospettato.

Si tratta di un 29enne che avrebbe rubato in casa di Musini insieme a Corona uno o due giorni dopo l'assassinio, quando il cadavere del pensionato non era ancora stato scoperto. Dall'autopsia è emerso che l'omicida si è accanito sul corpo dell'anziano con oltre 50 fendenti di una cesoia che si era procurato all'interno dell'appartamento. Il colpo mortale avrebbe raggiunto Musini alla giugulare. Nelle prossime ore la Gip del Tribunale, Ermengarda Ferrarese, fisserà l'udienza di convalida. Nel frattempo il sostituto procuratore Guido Pani sta scrivendo la richiesta di misura cautelare in carcere nei confronti di Corona per l'omicidio dell'88enne e per il tentato omicidio di un altro anziano dello stesso quartiere di San Michele.

ARRESTATO IL COMPLICE - Ha fornito vestiti puliti ad Eugenio Corona, il 40enne finito in manette perché accusato dell'omicidio di Adolfo Musini, l'88enne trovato privo di vita domenica sera nella sua abitazione di piazza Valsassina nel quartiere San Michele a Cagliari. I carabinieri hanno arrestato per favoreggiamento Antonio Perra, 41 anni. Secondo gli inquirenti, l'uomo ha accolto nella sua abitazione a Is Mirrionis Corona, subito dopo il delitto. Il 40enne si è cambiato i vestiti e le scarpe sporche di sangue. È stato lo stesso Perra a gettare nei cassonetti dei rifiuti i pantaloni e la felpa che Corona indossava quando ha ucciso il pensionato, mentre in casa ha nascosto le scarpe. I carabinieri del Nucleo investigativo hanno recuperato tutto e adesso indumenti e calzature saranno analizzate dal Ris di Cagliari.

CORONA TENTO' ANCHE DI ACCOLTELLARE UN 63ENNE - Non è accusato solo del delitto di Adolfo Musini, l'88enne trovato cadavere nella sua abitazione di piazza Valsassina nel quartiere San Michele a Cagliari, ma anche del tentato omicidio di Ivaldo Marci, 63 anni, durante un tentativo di rapina compiuto ieri sempre a San Michele, a 24 ore dal ritrovamento del corpo di Musini. I carabinieri del Nucleo investigativo hanno accertato il collegamento tra i due fatti di sangue contestando all'arrestato, Eugenio Corona, di 40 anni, anche questo secondo crimine. Messo alle strette nei primi interrogatori, Corona ha ammesso di essere lui il responsabile dell'aggressione a scopo di rapina ai danni di Ivaldo Marci.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri Eugenio Corona, alla disperata ricerca di soldi per comprarsi la droga, la notte tra domenica e lunedì ha approfittato della finestra aperta di un'abitazione di via Podgora per introdursi in casa e fare razzia di denaro e oggetti di valore. Una volta entrato nell'appartamento, ha preso dalla cucina un coltello e ha iniziato ad ispezionare le varie stanze. Quando è arrivato in camera da letto ha visto il proprietario dormire e si è avventato su di lui affondando quattro volte la lama sul suo petto. Poi però si è fermato: aveva infatti riconosciuto la vittima e per paura è scappato. Durante la fuga si è ferito ad una gamba e le tracce di sangue lasciate sul posto hanno consentito ai carabinieri di risalire a lui. E alla fine Corona ha confessato.

UN TERZO UOMO SOSPETTATO - C'è un terzo sospettato per l'omicidio dell'88enne Adolfo Musini. Si tratta di un giovane di 29 anni la cui posizione è attualmente al vaglio degli investigatori e inquirenti. Sarebbe entrato in casa del pensionato quando l'uomo era già stato ucciso - sembra il giorno dopo - e lo avrebbe fatto insieme ad Eugenio Corona, in carcere come autore materiale del delitto, per rubare ancora: il denaro sottratto nella prima irruzione evidentemente non bastava a soddisfare le esigenze di cocaina del gruppo di tossicodipendenti abituali.

Dall'abitazione di Musini sono spariti un televisore e un computer portatile che Corona e il 29enne hanno poi rivenduto in un circolo privato di Is Mirrionis per 50 euro, denaro usato per acquistare la droga. I carabinieri sono già riuscii a recuperare gli oggetti trafugati. Dalle indagini emergono quindi nuovi dettagli sul fatto di sangue: Corona sarebbe entrato in casa di Musini almeno tre volte tra giovedì e domenica. Due volte da solo e una volta in compagnia del 29enne, quando il pensionato era già stato ucciso. Non si sa ancora con precisione quando sia avvenuto il delitto. Corona ha confermato di aver agito da solo, portando via dall'abitazione poche centinaia di euro. Nei giorni successivi è poi tornato al numero 6 di piazza Valsassina per rubare altri oggetti con il giovane complice.

ASSASSINO RIPRESO DALLE TELECAMERE - Una telecamera avrebbe ripreso l'ingresso in casa dell'assassino. I carabinieri del Nucleo investigativo di Cagliari stanno visionando ore e ore di filmati di un occhio elettronico posizionato nella zona di via Lucania che potrebbe aver ripreso Eugenio Corona, il 40enne fermato per il delitto, mentre si arrampicava sul tubo del gas per raggiungere il balcone dell'abitazione della vittima, il pensionato di 88 anni Adolfo Musini.

I video serviranno per ricostruire dettagliatamente tutte le fasi dell'omicidio e, soprattutto, saranno utili per accertare quando è stato commesso. Corona, secondo quanto da lui stesso confermato ai carabinieri, è entrato per tre volte nell'abitazione dell'anziano. A quanto pare non ha ricordi temporali precisi, probabilmente a causa dell'uso eccessivo di cocaina. Il giorno dell'omicidio Corona è stato sorpreso in casa da Musini, poi aggredito con un colpo di cesoia alla testa, arnese che si era procurato nell'appartamento, e tramortito. L'assassino si sarebbe quindi fatto indicare dal proprietario dove teneva nascosti i soldi, le poche centinaia di euro sparite, e solo in un secondo momento lo avrebbe colpito di nuovo, uccidendolo. 


   

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