Ora è ufficiale: sono scattati i primi avvisi di licenziamento collettivo per i 210 lavoratori diretti della Cict, la società del gruppo Contship che si occupa del traffico container al porto canale di Cagliari e che nei giorni scorsi ha annunciato l'addio al capoluogo. La comunicazione via Pec è appena arrivata ai sindacati.
Ed è già mobilitazione: giovedì 20 giugno alle 11 primo sit in davanti al Consiglio regionale non solo per gli addetti Cict, ma anche per i colleghi licenziati o sulla strada del licenziamento per le altre aziende in crisi. "Chiediamo che la situazione sia gestita al pari di grandi realtà industriali come l'ex Alcoa - spiega all'ANSA William Zonca, segretario regionale della Uil trasporti - perchè sono in ballo centinaia di posti di lavoro con enormi ricadute economiche sul territorio. Non vogliamo ammortizzatori sociali - chiarisce il sindacalista - ma sviluppo e futuro per il porto di Cagliari".
Il presidente dell'Autorità portuale di Sardegna, Massimo Deiana, parla di "giorni molto tristi". "Ma non diciamo che il porto è chiuso - dice all'ANSA a margine della presentazione del progetto Cagliari Port 2020 - perché questo può solo peggiorare la situazione e l'immagine a livello internazionale dello scalo industriale di Cagliari. Cict si occupa di una parte importante del traffico merci del porto canale, ma il lavoro nello scalo continua negli altri settori, anche nei container, con molte persone che continuano ad operare".
"Da tempo - ricorda Deiana - stiamo cercando di affrontare questa situazione che arriva da lontano e dal mutato scenario di traffici internazionali. Anche Cagliari Port 2020 è un passo importante per il futuro, un investimento decisivo per il rilancio dello scalo". Quanto al disimpegno di Cict, il presidente dell'Authority spiega: "Vediamo gli sviluppi, la fase attuale è molto delicata. Stiamo cercando nuove soluzioni, ma per carità nessuno dica che il porto è chiuso".