(ANSA) - SASSARI, 6 AGO - Ha lo stesso profumo delle rose, è
un lievito microscopico e ci può proteggere dalle muffe
cancerogene: grazie all'analisi del proteoma (cioè l'insieme di
tutte le proteine) ora si inizia a capire come agisce. Su questa
tematica è stato recentemente pubblicato sulla rivista
scientifica "International Journal of Food Microbiology" uno
studio condotto dal dipartimento di Agraria dell'Università di
Sassari.
Nell'articolo vengono presentati i risultati di
un'innovativa indagine analitica, che ha preso in considerazione
il rapporto tra il fungo Aspergillus carbonarius, produttore di
ocratossina A - che contamina cereali, uva, vino, caffè, cacao,
e altri alimenti - ed un ceppo di lievito, capace di inibire lo
sviluppo della muffa e la produzione della tossina. L'azione
inibente del lievito sembra essere legata alla produzione di
sostanze volatili, in grado di bloccare non solo la crescita
della muffa, ma anche la produzione di ocratossina A.
Dopo circa un anno di lavoro, i risultati sono apparsi
promettenti: il lievito produce una miscela di sostanze volatili
che esplicano la loro attività agendo su diversi tipi di
bersagli metabolici di Aspergillus, garantendo un'efficace
inibizione della muffa già a bassissime dosi ed in tempi
relativamente rapidi.
"La ricerca rappresenta un importante risultato nell'ambito
della lotta biologica contro i funghi produttori di micotossine,
poiché prevede l'impiego di microorganismi presenti in natura,
privi di effetti indesiderati per l'uomo e per l'ambiente, e
molto efficaci per il contenimento di parassiti associati a
forti perdite economiche nel settore agricolo, dovute sia ad una
ridotta resa del raccolto, che all'impossibilità di
commercializzazione delle derrate contaminate, come previsto dal
regolamento comunitario a tutela della salute umana ed animale",
spiega Migheli.(ANSA).
Un lievito per combattere muffe nocive
Studio Università Sassari su lotta bio a contaminazione alimenti