Cambia il Governo e sulla vertenza accantonamenti l'interlocuzione Stato-Regione Sardegna registra un passo indietro. Il Conte bis ha infatti deciso di resistere in giudizio contro un ricorso promosso a luglio dalla Regione contro il decreto crescita del 30 aprile. Il provvedimento stabiliva la data del 10 agosto come termine ultimo per raggiungere un accordo sul contributo della Sardegna al risanamento del debito pubblico nazionale.
La Regione si era opposta, e successivamente, nelle interlocuzioni con l'ex viceministro dell'economia Garavaglia, il governatore Christian Solinas e l'assessore al Bilancio Giuseppe Fasolino erano riusciti a strappare lo spostamento a settembre della scadenza per l'intesa. Un accordo solo verbale. Tanto che, dice oggi il responsabile del Bilancio, il primo provvedimento del governo Conte bis non ne ha tenuto conto. "Se si intende abbandonare ancora una volta la strada maestra, ovvero quella di una leale collaborazione tra istituzioni, non ci faremo intimorire e siamo pronti a dare battaglia sia sul piano politico che su quello giurisdizionale - attacca Fasolino - la Costituzione e lo Statuto sardo parlano chiaro: gli accantonamenti, così come stabiliti da Roma, sono illegittimi e lo sono anche le riserve erariali. Altrettanto chiare sono le pronunce della Corte Costituzionale che riconoscono le ragioni della Sardegna".
L'esponente della Giunta Solinas fa anche delle considerazioni di natura politica: "Il ritorno al Governo di quel Partito democratico che nel 2014 firmò il famigerato accordo 'patacca', che ha sottratto oltre 3 miliardi alla nostra Isola, non troverà da questa parte del mare la sponda cui si prestò la precedente Giunta regionale. Difenderemo in ogni sede l'Autonomia della Sardegna e le risorse necessarie per esercitarla", promette l'assessore.