Sardegna

Cyberbullismo: due minori ammonite

Nuoro, dopo denuncia Polizia trova video con prepotenze in rete

Redazione Ansa

Avevano preso di mira una coetanea, mettendo in rete un video nel quale umiliavano la ragazza. Per due minorenni della provincia di Nuoro è scattato un ammonimento per cyberbullismo firmato dal Questore Massimo Colucci, a seguito delle indagini condotte in sinergia col Servizio centrale Anticrimine della Polizia di Stato Il provvedimento amministrativo, fanno sapere gli inquirenti, è il primo emanato in Sardegna. I dettagli della vicenda sono stati spiegati in una conferenza stampa dal capo della Squadra Mobile Silvio Esposito.

Postate sui social, le azioni di bullismo hanno sconvolto la giovane vittima, che però è stata subito supportata dalla famiglia, educatori, strutture di recupero e istituto scolastico. Grazie a questo percorso la minorenne ha trovato il coraggio di raccontare alla Polizia le prepotenze subite. Gli agenti hanno trovato in rete gli episodi da lei segnalati e per le due 'bulle' è scattato l'ammonimento: se le angherie dovessero continuare, entrambe verranno denunciate alla Procura dei minori.

"ABBIAMO SBAGLIATO". Hanno tra i 14 e i 17 anni le due ragazze ammonite dal Questore di Nuoro per cyberbullismo, un provvedimento applicato per la prima volta in Sardegna e tra i primi casi in Italia, introdotto dal legislatore come strumento di dissuasione e recupero dei 'bulli'. Obiettivo raggiunto: portate in Questura e sentite dagli specialisti, le due minorenni hanno detto di aver capito di aver sbagliato, pur non spiegando le ragioni che le hanno spinte a prendersela con una loro coetanea per poi postare tutto sui social. Una infieriva sulla giovane vittima, l'altra filmava con il telefonino per divulgare le immagini precedute dalla scritta "Prima parte": probabilmente l'intenzione era quella di continuare a postare altri video come seguito della 'storia'. Gli investigatori della Mobile, coordinati dal dirigente Silvio Esposito, sono però riusciti a sventare nuovi episodi grazie alla rete tra famiglie, istituti scolastici e comunità. Il filmato è così rimasto per poco tempo sui social.

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