di Andrea Frigo
L'Ictus è la terza causa di morte nel mondo occidentale, inclusa la Sardegna, e al primo posto per invalidità fisica e disabilità mentale. Per questo è fondamentale l'informazione e riconoscere innanzi tutto i sintomi. Concetti che verranno ribaditi in occasione della Giornata mondiale contro l'ictus, in programma il 29 ottobre. A Cagliari, dal settembre del 2001, è operativa la Stroke Unit dell'Azienda Ospedaliera Brotzu, guidata dal dottor Maurizio Melis, direttore del Reparto di Neurologia, una delle principali realtà in Italia, con numeri in costante crescita.
"Una corretta terapia, specie nelle prime ore, consente non solo la sopravvivenza ma anche una migliore qualità di vita dopo l'evento - spiega Melis, che è anche presidente della Società Italiana dei Neurologi, Neurochirurghi, Neuroradiologi ospedalieri -. Si è lavorato tanto per la prevenzione dell'infarto in questi anni, meno si è fatto per riconoscere un ictus, per questo l'informazione ai cittadini è fondamentale. Un terzo della popolazione non sa riconoscere i sintomi di questa malattia. L'ictus oggi fa meno paura ma è fondamentale che il paziente arrivi in tempo in ospedale. Di fronte a un possibile ictus bisogna subito chiamare il 118 che sa dove accompagnare il paziente, mai recarsi di persona in ospedale, perché il tempo è prezioso. Quattro ore e mezza per il trattamento endovenoso e sei ore per quello meccanico sono i tempi entro cui si può intervenire per salvare il paziente. In alcuni casi selezionati i tempi di intervento possono essere anche più lunghi. Gli operatori del 118 ci avvisano durante il trasporto spiegandoci i sintomi e noi siamo pronti per intervenire ottimizzando i tempi".
Della Stroke Unit del Brotzu, operativa h 24, fanno parte quattro medici (gli specialisti Licia Pinna, Jessica Moller, Piernicola Marchi e Valeria Piras), 15 infermieri, cinque operatori sociosanitari, oltre che medici, fisioterapisti e un logopedista della SSD di Fisiatria. Tutti i medici della Neurologia intervengono nella terapia di fase acuta. Tredici i posti letto disponibili, ai quali si aggiungono i sei posti letto ciascuno nelle Unità degli ospedali di Sassari e Nuoro. In stretto contatto con i neurologi operano i reparti di Neuroradiologia, che si occupa delle procedure interventistiche endovascolari, e di Cardiologia Interventistica con emodinamica.
Sono oltre 500 i ricoveri all'anno al Brotzu (circa 9000 pazienti dal 2001) ma si calcola che nell'isola le persone colpite da ictus siano circa 3000 l'anno. Nel 2018 le dimissioni codici Ictus dal Brotzu sono state 579, un dato in crescita del 65% negli ultimi 15 anni. "L'85% riguarda ictus ischemici - spiega il dottor Melis - ossia dovuti al mancato arrivo di sangue in una zona del cervello per la formazione di trombi o per il distacco di emboli che bloccano lo scorrimento del sangue. Meno frequenti sono gli ictus emorragici, cioè dovuti alla rottura delle arterie del cervello che causano appunto un'emorragia cerebrale".
Come riconoscere la malattia? "Debolezza degli arti di un lato del corpo e asimmetria della bocca - spiega il responsabile della Stroke Unit -. Difficoltà nel linguaggio, perdita di metà del campo visivo, ma non deve essere trascurata neanche una cefalea spesso ad insorgenza violenta e improvvisa".
I consigli? "La maggior parte degli ictus si presenta nella seconda metà della vita. La pressione arteriosa alta è in questa fascia d'età la causa principale dei danni della parete delle arterie - conclude Melis -. La prevenzione può ridurre di oltre il 50% il rischio di ictus. I pilastri della prevenzione sono, come per tutte le malattie cardiovascolari, l'abolizione del fumo, il consumo moderato di sostanze alcoliche, l'attività motoria costante, la dieta mediterranea e il controllo della colesterolemia. La Fibrillazione atriale è un disturbo del ritmo cardiaco che può aumentare di 5 volte il rischio di un ictus, un corretto trattamento riduce di oltre il 70% tale rischio".
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