Keith Haring e Paolo Buggiani, un'insolita coppia sbarca a Cagliari sullo sfondo della New York dei primi anni Ottanta. L'italiano percepisce la genialità e il talento di Haring: collezionista ante litteram, stacca dai muri e, salvandole, conserva dell'americano una cinquantina di Subway drawings, le prime opere in gessetto realizzate sulle affissioni nere che coprivano le pubblicità scadute.
L'esposizione analizza le origini di un movimento spontaneo che, da oltre quarant'anni, anima pareti, strade, edifici e ogni superficie su cui gli artisti imprimono nuovi codici della visione. Tutto iniziò a New York sul finire degli anni Settanta, quando la metropoli statunitense era il crogiolo di moti generazionali come graffitismo, rap, skateboarding e break dance. Paolo Buggiani, toscano del 1933, da sempre con un piede in Italia e uno nella Grande Mela, accendeva l'antagonismo urbano tramite performance ad alto contenuto "politico". Keith Haring, alla fine dei Settanta, era un ragazzino sconosciuto che scendeva nelle stazioni della metropolitana e disegnava col gessetto sulle affissioni nere, le stesse che l'autorità affiggeva sopra le pubblicità scadute.
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