Affinità e dissonanze di due grandi nomi della cultura mondiale nella seconda edizione dell'evento "Il Nobel incontra i Nobel": la scrittrice Grazia Deledda, premiata per la letteratura nel 1926, "dialoga" quest'anno con Orahn Pamuk, romanziere turco, insignito nel 2006. Studiosi e letterati si incontrano a Nuoro per l'evento promosso dall'Isre con la direzione artistica di Francesco Muscau.
Due le sessioni del convegno "Senso del luogo, memoria e nostalgia". La prima, dedicata alla scrittrice sarda, è curata dal professor Duilio Caocci, docente universitario già segretario dell'opera omnia della Deledda al Mibact. "Pamuk per i suoi romanzi attinge dal suo luogo d'origine, Istanbul, Deledda narra la Barbagia con i suoi personaggi e abitudini - ha spiegato - L'uno dell'alta borghesia di banchieri di Istanbul, l'altra figlia della borghesia rurale di una piccola città, geograficamente e culturalmente distanti ma entrambi determinati nel raccontare l'intimo legame con i loro luoghi e la loro gente".
Aspetti messi a fuoco dal professor Dino Manca, filologo di Sassari, tra i maggiori studiosi della scrittrice. "Con Grazia Deledda si è realizzata la sublimazione di un archivio di simboli e miti di un intero popolo. E Nuoro e la Sardegna sono entrati a far parte dell'immaginario europeo - ha sottolineato l'esperto - Nell'autobiografia 'Cosima' l'io narrante racconta un'epopea del quotidiano che ingloba la memoria familiare, sociale e storica: Nuoro, utero materno, punto di partenza e punto d'arrivo, circolarità ed eterno ritorno. È il ritorno a Itaca, alla patria perduta, al cordone ombelicale mai reciso con la Madre-Terra".