Almeno 200 dipendenti di Air Italy si sono riuniti nell'aula magna del dipartimento di Economia del Turismo, all'interno dell'aeroporto Costa Smeralda di Olbia, per una nuova assemblea convocata insieme ai sindacati dopo l'avvio della procedura di licenziamento per i 1.450 lavoratori della compagnia aerea, circa mille a Milano Malpensa e il resto in Gallura. Il personale ha già attivato un presidio permanente nell'hangar aziendale adiacente all'aerostazione dal primo giorno in cui gli azionisti hanno deciso la messa in liquidazione in bonis della società. Due le questioni affrontare nell'assemblea di Olbia: da una parte le richieste da presentare martedì 18 ai consiglieri regionali che riceveranno dipendenti e sigle; dall'altra, la fattibilità della trasferta di una delegazione a Roma giovedì 20 quando la ministra De Micheli incontrerà i sindacati e i rappresentanti delle regioni Sardegna e Lombardia.
"Fino a quando non riceveremo le lettere di licenziamento non ci arrendiamo e tenteremo ogni strada possibile per scongiurare questa eventualità". È il grido di battaglia lanciato al termine dell'assemblea dai dipendenti sardi di Air Italy all'aeroporto di Olbia. I lavoratori saranno martedì mattina a Cagliari per incontrare consiglieri regionali e sindacati. Non solo. I dipendenti del vettore che ha base a Olbia hanno deciso insieme ai loro rappresentanti sindacali di prevedere che una delegazione presenzi a Roma giovedì prossimo, quando al Ministero dei Trasporti si terrà il tavolo di confronto promosso dal governo e al quale sono invitati Regione Sardegna e Lombardia, i liquidatori di Air Italy e tutte le sigle sindacali che stanno seguendo lo sviluppo della vicenda. "Non mancano le preoccupazioni e i dubbi sul nostro futuro - dicono i lavoratori - ma nel corso dell'assemblea è emersa soprattutto grande determinazione e grande unità, siamo pronti alla lotta".
ASSEMBLEA ANCHE A MALPENSA - Ha preso il via al Terminal 2 di Malpensa, l'aeroporto milanese in provincia di Varese, l'assemblea dei lavoratori di Air Italy. Oltre 250 dipendenti riuniti nella palazzina di Sea per dire che 'non vogliamo essere liquidati', come recita uno striscione. "Abbiamo ricevuto 1.500 lettere che debbono diventare 1500 volti e 1.500 famiglie da rispedire al mittente" , spiega Rosario Caciuottolo della Uilt-Uil. "Nessuno di noi in 30 anni - ha aggiunto - ha mai assistito a un'operazione di una tale veemenza e violenza, nessuno di noi se la merita, dobbiamo difendere il nostro Paese, il nostro reddito, il nostro diritto di lavoratori" . "In un minuto ci hanno riservato un torto - ha concluso - e noi vogliamo che ci restituiscano il nostro posto di lavoro e la nostra dignità, ne abbiamo il diritto".
"Ci troviamo di fronte a una situazione che nessuno avrebbe potuto immaginare e la cosa più grave è il tradimento di un attore fondamentale, più di tutti gli altri: la politica". Così in assemblea il segretario generale della Filt-Cgil di Varese Luigi Liguori. "La politica - ha sottolineato - che ha sottoscritto nel 2016 un impegno preciso, nel quale i lavoratori lasciavano in campo molto di se stessi in cambio di un rilancio da parte degli azionisti. poi, partendo da piani sbagliati, sono mancate in questi anni le risorse". "C'erano nel piano 50 aeromobili - ha aggiunto - e 10 milioni di passeggeri, questa era un'opportunità fondamentale, ma non è stato realizzato".
"Da più di anno a tutti i livelli stiamo sollecitando la politica - ha scandito Liguori - l'ultima lettera è di 20 giorni fa". "Nonostante il forte ritardo non abbiamo alternative - ha proseguito - è la politica che dovrà prendere in mano il sistema' perché siamo l'unico Paese sviluppato senza una compagnia di bandiera". "Il primo vettore del nostro Paese - ha spiegato - è un low cost, che ha portato via tutto quello che poteva portare via, magari con le risorse dei territori" . "Il trasporto aereo - ha concluso - produce il 4% del Pil e non ha una protezione adeguata, il massimo che fanno i governi è allontanare il problema e noi siamo stanchi di questa situazione. Ora la soluzione deve essere di sistema, con regole certe per tutti, che debbono essere rispettate anche dalle compagnie estere, non solo da quelle italiane".
PETIZIONE ONLINE, GIA' 15MILA FIRME - "Salviamo AirItaly", è questo lo slogan con tanto di hashtag che compare su una petizione on line lanciata sulla piattaforma Change.org e arrivata già a contare 15mila adesioni da tutta Italia. "1.600 lavoratori di AirItaly rischiano di essere lasciati a casa nel giro di poche settimane, senza lavoro e senza sostegno economico per le loro famiglie - si legge nel messaggio tradotto anche in inglese e arabo - La liquidazione 'pilotata e organizzata' della compagnia toglie ai lavoratori anche la possibilità di accedere ad un sostegno al reddito e la speranza di mantenere il posto di lavoro nell'immediato futuro. Dateci il vostro sostegno". Poi parafrasando il messaggio pubblicitario che compariva nel logo della compagnia sardo-qatariota è stata inserita sulla testata della petizione la scritta in inglese "Grazie Qatar, Grazie Aga Khan #SalviamnoAirItaly - Immagina il mondo senza lavoro".
CODACONS, VACANZE CANCELLATE - "La messa in liquidazione di Air Italy sta provocando immensi disagi agli utenti e danni economici ingenti alla Sardegna e a tutto il comparto del turismo". Lo afferma il Codacons, che scrive ai commissari liquidatori della società, Enrico Laghi e Franco Maurizio Lagro, chiedendo l'apertura di un tavolo di conciliazione. "Dopo la notizia degli stop ai voli di Air Italy migliaia di viaggiatori hanno disdettato le vacanze prenotate per le prossime settimane in Sardegna - spiega il presidente Carlo Rienzi - Una situazione che produce un danno sia agli utenti, costretti a rinunciare ai viaggi o a subire disagi per riprogrammare le proprie partenze, sia alle aziende del turismo della Sardegna, che registrano un notevole calo di presenze con ripercussioni economiche enormi". In assenza di risposte, il Codacons annuncia che avvierà "le dovute azioni legali a tutela dei cittadini e delle imprese turistiche della Sardegna
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