Sardegna

Pd, serve piano rilancio turismo

Proposta per fondo dedicato alle strutture ricettive

Redazione Ansa

Un piano di rilancio del turismo sardo, colpito da una profonda crisi a causa dell'emergenza Coronavirus. E' quanto chiedono i consiglieri del Pd alla Regione nel giorno in cui gli albergatori hanno listato a lutto i propri hotel per rimarcare il grido d'aiuto del settore ed esternare la preoccupazione sull'attuale lockdown e sulla difficoltà di ripartenza. "Riteniamo necessario l'intervento della Regione attraverso la costituzione di un fondo regionale per la tutela e salvaguardia delle strutture ricettive, nonché un utilizzo degli alberghi per affrontare l'attuale emergenza sanitaria e per la futura ''fase 2' dell'emergenza Covid-19", spiegano.

Tra le proposte dei consiglieri democratici c'è anche la predisposizione di un programma per l'utilizzo e l'amministrazione delle spiagge nella stagione estiva ormai alle porte. "Fino a quando la pandemia non cesserà sarà impossibile per gli alberghi operare in Sardegna - scrivono i dem - Inoltre, la chiusura attuale della maggior parte delle strutture ricettive mette in pericolo centinaia di posti di lavoro, contratti a termine non rinnovati, turnazioni, part-time". 

FEDERALBERGHI, ADESIONE AL 90% PER DRAPPI IN HOTEL - Ha fatto registrare il 90% di adesioni l'iniziativa lanciata da Federalberghi Sud Sardegna: un drappo nero per richiamare l'attenzione di tutti sulla gravissima crisi che ha investito le strutture ricettive e in generale il sistema turistico regionale. "È un segnale della grande difficoltà che stiamo vivendo - ha spiegato Fausto Mura, presi-dente di Federalberghi Sud Sardegna - tutti stanno attraversando una crisi senza precedenti, ma la nostra ripartenza a regime è prevista per il 2022, siamo tra le poche attività non protette".

"Dietro gli alberghi sardi ci sono 50mila famiglie che vivono grazie ai soli alberghi, senza considerare l'indotto, il mercato che si aspetta sarà molto diverso e oneroso con investimenti ingenti per poter lavorare, pensiamo anche solo con la bonifica delle ca-mere - ha detto Mura - in questo momento lo Stato non ci ha scontato un solo euro, paghiamo Imu, Tari e Tasi a metro quadro come se gli alberghi fossero sempre pieni, invece noi siamo vuoti e chiusi".

Secondo il numero uno di Federalberghi Sud Sardegna: "È necessario fare in fretta, altrimenti verrà cancellato il sistema turistico della Sardegna, il decreto Conte ci ha invitato a indebitarci di più, ma noi siamo già indebitati, non vediamo un euro da ottobre perché siamo chiusi da sei mesi, non abbiamo più gli acconti delle prenotazioni e quindi non c'è la liquidità per ripartire, registriamo un reddito pari a zero".

"Ci rivolgiamo a tutti consiglieri regionali, il comparto nel bilancio regionale ha sempre contato lo 0,45%, non abbiamo mai chiesto nulla - conclude Federalberghi -, ma in questo momento ci sentiamo di doverlo fare perché il 20% del Pil della Sardegna è rappresentato da noi, è il momento di decidere se ci sarà di nuovo turismo in Sardegna oppure no"

Leggi l'articolo completo su ANSA.it