Sardegna

Coronavirus: governatori centrodestra, cambiare Dpcm

Anche Solinas firma lettera a Conte, Mattarella e Boccia

Redazione Ansa

(ANSA) - CAGLIARI, 29 APR - I presidenti delle Regioni a guida centrodestra si appellano al premier Conte, al presidente della Repubblica Mattarella e al ministro per gli Affari Regionali Boccia per una modifica dell'ultimo Dpcm e chiedono aperture anticipate.
    "La fase 2 è una fase nuova, che si giustifica per una progressiva diminuzione dell'emergenza - scrivono i governatori di Sardegna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Calabria, Basilicata, Abruzzo, Molise, Abruzzo, e il presidente della Provincia autonoma di Trento in una lettera a Conte e Mattarella -. E' essenziale che si ritorni progressivamente ad un più pieno rispetto dell'assetto costituzionale e del riparto di competenze tra lo Stato e le Regioni, sempre in applicazione dei principi di sussidiarietà e leale collaborazione. Pare assolutamente necessario che l'attuale struttura del Dpcm 26 aprile 2020, imperniato su regole previste rigidamente in funzione della sola tipologia di attività economica svolta e con la possibilità di adottare, nelle singole regioni, solamente misure più restrittive, venga riformata in quanto non dotata della necessaria flessibilità capace di riconoscere alle Regioni, laddove la situazione epidemiologica risulti migliorata e i modelli previsionali di contagio in sostenuta decrescita, la possibilità di applicare nei loro territori regole meno stringenti di quelle previste a livello nazionale, con una compressione delle libertà costituzionali strettamente proporzionata all'esigenza di tutela della salute collettiva".
    Si teme una crisi economica irreversibile: "Le Regioni condividono le fondate preoccupazioni delle categorie più volte espresse e quindi, pur essendo pienamente consapevoli che il virus non conosce confini geografici, sottolineano l'importanza di produrre il massimo sforzo per contemperare la doverosa tutela della salute con la salvaguardia del tessuto economico, non solo per limitare allo strettissimo indispensabile la compressione delle più importanti libertà fondamentali dei cittadini ma anche per evitare che la gravissima crisi economica in atto diventi irreversibile, con le catastrofiche conseguenze sociali correlate". (ANSA).
   

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