"In Sardegna, alla luce dei dati sulla diffusione del Covid-19, è possibile avviare finalmente una ripresa ordinata, prudente ma più rapida, del nostro sistema economico e produttivo, e consentire un graduale ritorno a quella nuova normalità della vita sociale tanto attesa da tutti". Lo dichiara il presidente della Regione Christian Solinas, che con altri dieci governatori e i due presidenti delle Province autonome ha scritto al presidente della Repubblica, la premir Conte e al ministro Boccia per poter allentare i vincoli dell'isolamento sociale. "Nelle richieste avanzate - sottolinea il presidente - è possibile ritrovare i punti fondamentali per la ripartenza già illustrati nei giorni scorsi, che hanno trovato ampia condivisione tra tutti i colleghi, nel segno del rispetto delle Autonomie e delle peculiarità territoriali, e dell'esigenza di diversificare le misure in atto"
LE ISTANZE CONTENUTE NELLA LETTERA - I presidenti delle Regioni a guida centrodestra si appellano al premier Conte, al presidente della Repubblica Mattarella e al ministro per gli Affari Regionali Boccia per una modifica dell'ultimo Dpcm e chiedono aperture anticipate. "La fase 2 è una fase nuova, che si giustifica per una progressiva diminuzione dell'emergenza - scrivono i governatori di Sardegna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Calabria, Basilicata, Abruzzo, Molise, Abruzzo, e i presidenti della due Provincia autonome di Trento e Bolzani - E' essenziale che si ritorni progressivamente ad un più pieno rispetto dell'assetto costituzionale e del riparto di competenze tra lo Stato e le Regioni, sempre in applicazione dei principi di sussidiarietà e leale collaborazione.
Pare assolutamente necessario che l'attuale struttura del Dpcm 26 aprile 2020, imperniato su regole previste rigidamente in funzione della sola tipologia di attività economica svolta e con la possibilità di adottare, nelle singole regioni, solamente misure più restrittive, venga riformata in quanto non dotata della necessaria flessibilità capace di riconoscere alle Regioni, laddove la situazione epidemiologica risulti migliorata e i modelli previsionali di contagio in sostenuta decrescita, la possibilità di applicare nei loro territori regole meno stringenti di quelle previste a livello nazionale, con una compressione delle libertà costituzionali strettamente proporzionata all'esigenza di tutela della salute collettiva".
Si teme una crisi economica irreversibile: "Le Regioni condividono le fondate preoccupazioni delle categorie più volte espresse e quindi, pur essendo pienamente consapevoli che il virus non conosce confini geografici, sottolineano l'importanza di produrre il massimo sforzo per contemperare la doverosa tutela della salute con la salvaguardia del tessuto economico, non solo per limitare allo strettissimo indispensabile la compressione delle più importanti libertà fondamentali dei cittadini ma anche per evitare che la gravissima crisi economica in atto diventi irreversibile, con le catastrofiche conseguenze sociali correlate".
L'ATOLA' DI BOCCIA - Boccia ha prospettato il principio "meno contagi-più aperture" e viceversa, confermando che i territori più virtuosi nel contenimento del virus a partire dal 18 maggio potranno fare "scelte differenziate" dagli altri. Dipenderà dal monitoraggio del ministero della Salute sulle curve dell'infezione nelle diverse regioni. Il dicastero di Roberto Speranza sta elaborando i criteri di valutazione. Tra questi il tasso di occupazione delle terapie intensive e le percentuali di positivi sui tamponi fatti. Ma già si vedono i primi provvedimenti autonomi e si rischia un caos pericoloso dal 4 maggio, data d'inizio ufficiale della cosiddetta Fase 2. Scenario che il governo vuole evitare: Boccia ha detto ai presidenti che le ordinanze devono essere conformi al Dpcm - a meno che non siano più restrittive -, altrimenti verranno impugnate al Tar o alla Corte costituzionale. Il ministro ha però promesso una lettera di diffida prima dell'impugnazione. Linea nelle intenzioni distensiva che non sembra però aver affatto convinto le Regioni.
RIPARTENZA IN SARDEGNA, LE IPOTESI ALLO STUDIO - Dal 4 maggio via libera ai primi spostamenti all'interno della provincia di residenza senza più autocerticazione. L'11, se la curva dei contagi non salirà, ci si potrà muovere anche all'interno della Regione e, nel contempo, riapriranno centri estetici, barbieri e parrucchieri. Mentre bar e ristoranti avranno il via libera il 18, con due settimane di anticipo rispetto alla road map nazionale. La Regione punterebbe su questo per anticipare la ripartenza rispetto all'ultimo Dpcm. Il governatore sta lavorando alla prossima ordinanza: la firma è attesa in settimana. Un provvedimento che apre la strada alla fase 2 nell'Isola, a un passo dai contagi zero. E in questi giorni Solinas ha dichiarato che "è arrivato il momento di ripartire e, con le dovute cautele, di ritornare alla normalità".
Leggi l'articolo completo su ANSA.it