di Fabrizio Fois
Sarà ricca di simboli la 364/a Festa di Sant'Efisio a Cagliari, che quest'anno, in piena emergenza Covid-19, si svolge in un clima surreale, senza le migliaia di fedeli e turisti che affollano il percorso della processione e senza i colori e i canti della cultura tradizionale della Sardegna, ma in una città deserta, con le celebrazioni riservate a pochi intimi e senza cocchio trainato dai buoi. Al posto della grande processione dell'1 maggio in città ci sarà, domenica 3, un trasferimento tecnico a bordo di un pick-up della Croce Rossa Italiana verso la chiesetta di Nora, (Pula) il luogo del martirio del Santo.
"Una scelta non fatta a caso - spiega il presidente dell'Arciconfraternita del Gonfalone di Sant'Efisio Giancarlo Sanna - visto che la Croce Rossa è in prima linea in questa emergenza.
Ma non è l'unico simbolo: il simulacro del Santo è stato vestito, per la prima volta nella storia della Festa, con i polsini del Giovedì Santo e la bandiera dell'Arciconfraternita è listata a lutto. Sarà una Festa nel silenzio della preghiera, nel ricordo di chi è morto a causa del virus e nel rispetto di quelli che si stanno adoperando per sconfiggerlo". Anche per il primo cittadino Paolo Truzzu, questa Festa rappresenta un simbolo "un segnale di auspicata rinascita, in vista di quella che potrebbe essere la Festa vera e propria che vorremmo fare a settembre".
Infine il sindaco, che per la prima volta non partecipa alle celebrazioni, richiama alla responsabilità di tutti: "state a casa, potremo seguire le celebrazioni via streaming o in tv".