È scomparso ieri a Cagliari Nino Garau, uno degli ultimi partigiani sardi ancora in vita. Aveva 96 anni, ai tempi della lotta nella seconda guerra mondiale era conosciuto come comandante Geppe. Ha combattuto nel Modenese e, alla guida di una brigata di partigiani, la Aldo Casalgrandi, ha liberato un paese, Spilamberto. È stato torturato, ha rischiato di essere fucilato. Negli ultimi anni aveva scelto di raccontare, anche nelle scuole, la sua vita. Il suo eroismo in nome della libertà finora è stato premiato con una medaglia di bronzo. Poca roba rispetto a quello che ha passato, tra torture terribili con ferri da stiro caldi sui piedi e bevute 'forzate' di acqua sporca con l'imbuto. Per questo era stata inoltrata dall'Issasco, l'Istituto sardo per la storia dell'antifascismo e della società contemporanea, la richiesta di revisione della medaglia di bronzo al valor militare.
Garau era stato catturato e fatto prigioniero a Verona ma poi era riuscito a fuggire grazie all'aiuto di un sardo. Decorato al valore militare, il 25 Aprile del 2015 ha ricevuto dalla Prefetta di Cagliari Giuliana Perrotta la Medaglia della Liberazione per il 70° anniversario. Era cittadino onorario del Comune di Spilamberto e ha ricevuto le chiavi della città emiliana liberata da lui e dai suoi uomini.
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