Trent'anni di carcere. La Corte d'assise d'appello di Sassari ha confermato la condanna per omicidio nei confronti di Dimitri Fricano, il 32enne di Biella che l'11 giugno 2017 uccise a coltellate la fidanzata 28enne, Erika Preti, in una villetta di San Teodoro, dove la coppia stava trascorrendo le vacanze.
La Corte, presieduta da Plinia Azzena, ha accolto le richieste della procuratrice generale Gabriella Pintus confermando la condanna in primo grado. La Corte, presieduta da Plinia Azzena, ha accolto le richieste del procuratore generale, Gabriella Pintus, confermando la condanna a 30 anni, già inflitta in primo grado dal Gup Nuoro, con rito abbreviato, e ha riconosciuto anche la simulazione di reato per avere provato a inscenare una fallita rapina. Gli avvocati della difesa, Roberto Onida e Alessandra Guarini, che nel dibattimento avevano chiesto una riduzione di pena avanzando come attenuante problemi psichici, aspettano di conoscere le motivazioni della sentenza per valutare un ricorso in Cassazione.
La Corte ha riconosciuto anche la simulazione di reato nei confronti dell'imputato per aver provato a inscenare una fallita rapina dopo il delitto. Gli avvocati della difesa, Roberto Onida e Alessandra Guarini, che nel dibattimento avevano chiesto una riduzione di pena, avanzando come attenuante i problemi psichici di cui Fricano soffriva già prima di colpire a morte la fidanzata, aspettano di conoscere le motivazioni della sentenza per valutare un eventuale ricorso in Cassazione. I genitori di Erika, Fabrizio Preti e Tiziana Suman, costituitisi parte civile e rappresentati dall'avvocato Lorenzo Soro, erano presenti in aula questa mattina al momento della lettura del dispositivo e commentano amaramente una sentenza che, comunque, non dà loro pace: "è giusto che paghi per quello che ha fatto. Non possiamo perdonarlo. È troppo il dolore causato".
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