Sindaci sardi in prima linea per cercare di arginare i contagi da Covid-19, che nell'Isola hanno toccato un nuovo record:143 casi in un solo giorno, sfondando quota 5mila contagi dall'inizio della pandemia. Ad essere colpiti in questa seconda ondata autunnale i piccoli centri dell'interno dell'Isola che per porre un freno a comportamenti che possono aumentare il rischio contagio provano ad anticipare quelle che potrebbero essere presto le decisioni del Governo nazionale, con qualche sfumatura in più.
Le nuove regole sii aggiungono a quelle nazionali e regionali sull'obbligo di mascherina in qualsiasi luogo al chiuso a parte la propria abitazione, ma anche all'aperto per "arginare il diffondersi dell'emergenza epidemiologica e a tutelare la cittadinanza più fragile con azioni incisive, volte a evitare contatti tra le persone fisiche". Secondo Satta si è dinnanzi ad una "situazione molto complicata perché senza un lockdown c'è da fare i conti con esigenze potenzialmente a rischio,". Nel frattempo i test sierologici effettuati su tutta la popolazione hanno fatto emergere un quadro non allarmante, "ma da tenere sotto controllo", spiega il primo cittadino. E se altri sindaci della Sardegna sono pronti a misure più stringenti, il presidente regionale dell'Anci Emiliano Deiana lancia un monito: "Aver dimenticato la lezione di marzo e aprile ci costerà tanto, tantissimo. Se il trend dei contagi e delle terapie intensive dovesse continuare a salire ci saranno nuove zone rosse, lockdown locali e, infine, lockdown generalizzati".
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