La seconda parte del 2020, a causa degli effetti del Covid sul tessuto economico, ha avuto un impatto "devastante" sulle piccole e medie imprese sarde. Tra giugno e ottobre quasi un'impresa su cinque, il 19,1%, ha subito perdite superiori al 50% del fatturato o addirittura non ha conseguito alcun fatturato, mentre il 21% non prevede di conseguire risultati migliori nel trimestre invernale. Il 40% delle aziende sarde con più di tre addetti si prepara ad affrontare una crisi di liquidità senza precedenti e ben il 35% teme seri rischi di tenuta della propria attività nel primo semestre del 2021. Insomma, se la situazione non dovesse migliorare oltre un terzo delle imprese sarde con più di tre addetti paventa un rischio concreto di fallimento. E' quanto emerge dal dossier della Cna che rileva come nell'isola le imprese con più di tre addetti siano circa 23.500 e impieghino quasi 188 mila occupati (circa il 63% del totale).
Tra giugno e novembre ben il 39% delle imprese sarde con più di tre addetti ha fatto ricorso a nuovo indebitamento bancario (35% la media italiana) e il 29% delle imprese ha ridotto il personale dipendente con contratti a termine o ha rinviato le assunzioni previste, mentre il 14,1% ha indicato di prevedere riduzioni significative nel primo semestre 2021.
"Lo scenario è preoccupante - spiegano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, presidente e segretario regionale della Cna Sardegna - L'impatto sui fatturati nella seconda parte del 2020 è stato tra i più marcati e la carenza di liquidità rischia di mettere in ginocchio tante attività, specialmente se il sistema del credito regionale, tra i più vulnerabili in Italia, dovesse restringere i rubinetti del credito. Effetti marginali o quasi nulli per le decine di migliaia di piccolissime imprese sarde - proseguono - dal Fondo Emergenza Imprese e (R)esisto, pensati solo per le grandi strutture di impresa che dreneranno a loro favore la quasi totalità delle risorse".