Il DDl Piano Casa che sarà all'attenzione dell'Aula da mercoledì 23 rappresenta un "attacco indiscriminato al territorio sardo con edificazioni a pioggia e incrementi volumetrici". Lo dicono, in una nota congiunta Legambiente, Italia Nostra, WWF, Lipu e FAI - Fondo Ambiente Italiano secondo le quali "così si rischia di smontare l'impianto di tutele paesaggistico-ambientali contenute nel Piano paesaggistico regionale sardo".
"Se la legge fosse approvata pronti a chiedere al governo l'impugnazione e a far ricorso alla Commissione Europea perché attivi una procedura di infrazione", attaccano le associazioni ambientaliste ricordando che "la Sardegna è stata la prima regione in Italia a dotarsi di un Piano Paesaggistico ai sensi del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio".
"Ebbene, oggi, il paesaggio sardo, costiero e interno, è sotto attacco - spiegano - Edificazioni a pioggia e incrementi volumetrici indiscriminati minacciano il territorio regionale e la natura della Sardegna che possiede il più ricco e vario patrimonio di biodiversità in Europa. A prevedere un'indiscriminata colata di cemento è il Ddl 'Piano Casa', proposto dalla Giunta regionale e che dovrà essere approvato dal Consiglio Regionale entro il 31 dicembre - incalzano gli ambientalisti - Il testo prevede nello specifico l'edificazione a pioggia nelle zone rurali e naturali (anche di pregio), incrementi volumetrici, fino al 50 per cento per le strutture turistico ricettive, lungo la fascia costiera tutelata dal PPR e perfino nei 300 metri dal mare. Su quest'ultimi - aggiungono - al momento solo i recentissimi annunci a mezzo stampa del Presidente della Regione fanno sperare in un passo indietro. Poi ancora cessione dei crediti e persino riapertura delle lottizzazioni convenzionate in zone F (turistiche), l'utilizzo edilizio residenziale di seminterrati e pilotis, la permanenza in spiaggia di strutture per la balneazione durante tutto l'anno (anche se alterano la bellezza dei luoghi)".