Sardegna

Scatole di Natale, la scuola di Carbonazzi fa il botto

L'idea di 6 maestre e 2 quinte classi, raccolti 2.500 pacchi

Redazione Ansa

A Carbonazzi, a Sassari, il miracolo natalizio c'è già stato. I re magi sono stati di una generosità incontenibile: smistare i 2mila e 500 pacchi recapitati dalla città e dell'hinterland, dal sud Sardegna e addirittura dall'Austria ha richiesto uno sforzo straordinario.
    L'operazione "Scatole di Natale" è stata una lezione per tutti.
    Da Patrizia Mercuri, dirigente scolastica del circolo didattico San Donato, cui fa capo la scuola elementare di via Forlanini, ad Alessandra Chessa, responsabile del plesso che ospita 120 scolari, da Giovanna Casu, la maestra che ha "importato" l'idea da Milano, alle colleghe Angela Paola Meloni, Renata Conti, Manuela De Giovanni e Speranza Marcellino.
    Una dirigente, sei maestre, due quinte elementari. Ma per un Natale perfetto servivano: qualcosa di caldo, come guanti, cuffie o maglioncini; qualcosa di dolce, come cioccolati o caramelle; un pensiero gentile, tipo un bigliettino o un messaggio; un passatempo, per esempio un gioco; qualcosa per la cura del corpo. Ne sono arrivati in abbondanza, oltre ogni previsione, abbastanza da mobilitare tutti, bambini inclusi, per liberare l'anfiteatro da quella catasta di regali, conferma che la scuola è il luogo in cui si imparano concetti essenziali: condivisione, generosità, solidarietà e altri elementi senza cui le "Scatole di Natale" resterebbero vuote. "Mia nipote sta a Milano e mi ha segnalato quanto succedeva lì - racconta all'ANSA Giovanna Casu - Ho guardato su Facebook e poi l'ho proposto alle colleghe, che hanno reagito con entusiasmo. Quando mio figlio di otto anni mi ha detto di essere contento perché contribuire a quei pacchi lo faceva stare bene, ho capito - rivela - che avevamo colpito nel segno". Già, perché in fondo l'idea delle maestre di via Forlanini era "qualcosa per far emergere il vero spirito del Natale, quell'idea di condivisione che quest'anno rischiava di essere oscurata, visto che era difficile fare anche le cose più consuete, come i canti natalizi", spiega Alessandra Chessa.
    Tra Sassari e Cagliari, la Sardegna c'è. "Oltre al supporto di tutta la scuola, è stato fondamentale quello di Caritas e associazioni di volontariato, del parroco di Cristo Redentore, don Dino, e del suo predecessore don Marco, che ora opera nella cattedrale di San Nicola e conosce situazioni molto complesse", sottolineano le maestre. "Ma ci ha colpito soprattutto la risposta delle persone", ammette Angela Paola Meloni. Con la metà dei pacchi già consegnati, iniziano a intravedersi i gradoni del piccolo anfiteatro. "Per noi è stato incredibile - dicono entusiaste - il campanello suonava in continuazione, un viavai continuo, non avremmo mai pensato a un'adesione così". Il boom le ha costrette a stoppare l'accettazione dei pacchi all'11 dicembre. "L'ondata inarrestabile della solidarietà stava diventando ingestibile", confessano. Ma l'anno prossimo non si faranno sorprendere: "Abbiamo imparato la lezione".

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