Sardegna

Sulle tavole italiane un agnello su due è Igp di Sardegna

Dati Consorzio per Natale, 300mila macellati e certificati

Redazione Ansa

Un agnello su due consumato nelle tavole degli italiani per Natale è Igp di Sardegna. E' quando emerge da una indagine condotta dal Contas (Consorzio di tutela dell'Agnello di Sardegna Igp). Dei circa 600mila agnelli macellati in Italia nelle ultime due settimane di dicembre, la metà, 300mila sono marchiati Igp di Sardegna. "Un dato - dice il Consorzio - che certifica come l'agnello sardo Igp è il principe e simbolo del menù natalizio, e che grazie anche ai controlli capillari, alla promozione e alle innovazioni di mercato attuate dal Contas negli ultimi anni si è riusciti ad attutire i contraccolpi della gravissima emergenza Covid. In netto aumento i dati sulle vendite che arrivano dai mercati tradizionali come la Sardegna e il Lazio ma positivo è anche il trend di regioni come Lombardia e Piemonte che iniziano ad apprezzare sempre di più il consumo dell'agnello da latte - prosegue il Consorzio - Buoni e i dati sulle esportazioni in Spagna che si conferma principale mercato dell'agnello sardo Igp, con il 25% di quelli macellati a dicembre che hanno raggiunto il mercato Iberico".
    Il prezzo di acquisto nelle campagne nelle ultime due settimane (dove si macella il 70% degli agnelli di dicembre) si è gradualmente livellato a quello del 2019: le migliori quotazioni si registrano nel centro e nord Sardegna (3,90-4,25 euro/kg sul vivo), mentre si evidenzia una flessione nel sud dell'Isola (-15%) dove le contrattazioni soffrono sia l'assenza dei gruppi di vendita organizzati dagli allevatori o dalle cooperative sia una più diffusa presenza di commercianti mediatori.
    "Nonostante la gravissima crisi economica con un drastico calo dei consumi dovuti all'emergenza Covid - rileva il presidente del Contas Battista Cualbu - il mercato dell'agnello a dicembre, relativamente a questa situazione, ha tenuto (momento più importante in cui si macellano il 40% degli agnelli dell'annata), a dimostrazione che gli italiani in questo anno anomalo hanno comunque, nel limite del possibile, rispettato la tradizione".
    "In questa annata anomala ed incerta solo dopo la stesura del Dpcm e l'apertura alle movimentazioni all'interno della Regione di appartenenza - spiega il direttore del Contas Alessandro Mazzette - si è verificato uno sblocco degli ordini da parte dei grossisti, con un immediato impatto sui listini. Tuttavia, i prezzi rilevati all'ingrosso e al dettaglio si sono adeguati alle attuali condizioni economiche delle famiglie Italiane causate dalla lunga emergenza sanitaria, con una flessione media del -15% rispetto allo stesso periodo del 2019".

Leggi l'articolo completo su ANSA.it