(ANSA) - CAGLIARI, 09 GEN - "In nessun Paese al mondo
esistono o sono in fase di realizzazione depositi definitivi di
materiale radioattivo ubicati su isole. Il trasporto in un'isola
richiede, rispetto a quello in un sito della penisola, un
trasporto aggiuntivo in nave con necessità di scarico e di
carico nel porto di partenza e in quello di arrivo di manufatti
di svariate tonnellate con aumento del rischio di incidenti
durante tali fasi".
"Il trasporto in nave aumenta il rischio di incidenti o di atti
terroristici che potrebbero portare alla disseminazione di
materiale radioattivo, non sempre facilmente recuperabile, lungo
le coste o in ambiente marino con possibile nocumento per l'uomo
e gli ecosistemi - aggiunge l'Isde -
Inoltre siamo convinti che i rifiuti debbano essere smaltiti da
parte di chi li produce. Orbene la Sardegna non ha, di fatto,
produzione di materiale radioattivo e il suo consumo, veda per
esempio la medicina nucleare, è minimale nel panorama
nazionale".
"La terza considerazione ci ricorda che il materiale radioattivo
non è scevro di rischi potenziali per la salute umana e per
l'ambiente anche in uno scenario di perfetta programmazione,
realizzazione e gestione del trasporto e del sito di deposito -
concludono - Seri dubbi a tal riguardo pone la passata e attuale
esperienza della gestione nazionale dei rifiuti radioattivi
quale quella del sito di Saluggia. Sarebbe l'ennesimo fattore
negativo a carico dell'ambiente e della salute dei Sardi che
già ospitano la maggior superficie, fra le regioni italiane, di
siti inquinati di interesse nazionale (SIN) e la maggior
superficie di aree militarizzate quale quella di Quirra, ad
esempio". (ANSA).
Nucleare: medici per ambiente, non si sceglie mai un'isola
Sardegna,"Nessun Paese al mondo lo ha fatto,rischi trasporto"