"Cinque milioni di euro per l'acquisto di test rapidi inaffidabili. I dubbi sullo screening 'Sardi e sicuri', voluto dalla Regione Sardegna e dall'Ats, e sugli aspetti controversi della gara devono essere chiariti al più presto". Lo denuncia la deputata e componente della Commissione affari sociali e sanità, Mara Lapia, che ha presentato un esposto alla Procura di Cagliari, puntando il dito sulle procedure per individuare la ditta fornitrice e sull'affidabilità dei tamponi antigenici utilizzati in Ogliastra. La parlamentare ha anche inviato una segnalazione all'Anac e alla Procura generale sezione Sardegna della Corte dei conti.
Per la parlamentare "è opportuno che la magistratura ordinaria valuti la sussistenza di profili penalmente rilevanti in merito all'affidamento da parte di Ats Sardegna alla Pikdare Spa, e quella contabile accerti se vi sia stato un danno erariale". "Nella gara - sottolinea Lapia - questa ditta non è il fornitore che ha proposto il costo del test al prezzo più basso, ma risulta addirittura al quinto posto. Questo ha duplicato la spesa complessiva di Ats rispetto a quanto sarebbe accaduto accettando la fornitura della ditta che ha presentato l'offerta più conveniente e che è anche la prima classificata del bando: la Lume Import Srl. Quest'ultima, infatti, proponeva un costo unitario del test di 1,29 euro a fronte dei 2,45 della ditta affidataria".
Riguardo il materiale, "si tratta 33.400 test per la Lume contro i 150mila della Pikdare. Tuttavia quest'ultima fornitura settimanale presenta una sovrabbondanza rispetto alle reali possibilità di attuazione dello screening. Ad oggi ne sono stati eseguiti circa 40mila e per il prossimo intervento, previsto il 6 e 7 febbraio nel Nuorese, ne verranno utilizzati circa 30mila" osserva ancora. La parlamentare, inoltre, punta l'indice sulla qualità dei test: "In Ogliastra nell'unico intervento di screening finora effettuato, risulterebbe che dei 31 soggetti positivi individuati con il test rapido antigenico a Tertenia, ben 29 siano poi risultati negativi al test molecolare. E l'inaffidabilità di questi test è tanto alta per i falsi positivi quanto per i falsi negativi, i quali dunque, convinti di non avere il Covid, possono più facilmente trasmetterlo".
Lapia segnala, infine, anche il ruolo del coordinatore scientifico del progetto, il microbiologo e docente dell'Università di Padova, Andrea Crisanti: "Non è dato sapere a che titolo il professore coordini la campagna di screening in Sardegna", conclude.