Un comitato che cresce e che raccoglie il malumore di proprietari di bar, pizzerie, ristoranti e palestre contro la zona arancione nel Sud Sardegna. Anche Capoterra, nell'hinterland cagliaritano - domenica molti bar avevano aperto in segno di protesta - si è unita a Carbonia nelle proteste per dire No alle chiusure. E questa mattina una delegazione è stata ricevuta a Cagliari dall'assessore regionale del Commercio e Turimmo, Gianni Chessa.
"Condivido le preoccupazioni e le richieste degli imprenditori che operano nel settore della ristorazione, dello sport e dello spettacolo, che da tanto tempo sono costretti ad aperture limitate - ha spiegato dopo la riunione l'esponente della giunta Solinas - La Sardegna deve essere subito riclassificata in 'zona gialla', consentendo a questi lavoratori di riaprire le proprie attività e tutelare il proprio lavoro, evitando ulteriori penalizzazioni". Tutti d'accordo: "Queste attività che hanno fatto investimenti ingenti per mettersi in regola e rispettare le regole del distanziamento e della sanificazione dei locali - ha spiegato - ora si trovano in grosse difficoltà per le scelte del Governo nazionale, mentre servono più controlli e più prevenzione. A causa del perdurare dell'emergenza sanitaria, molte attività sono in pesante difficoltà e rischiano di non riaprire più. Come Regione vogliamo tutelare il commercio, settore fondamentale del nostro sistema produttivo, affinché la nostra isola non sprofondi in una ancora più grave crisi socioeconomica".
I titolari di bar e ristoranti hanno incassato la solidarietà dell'assessore. Ma ora chiedono che si passi dalle parole ai fatti. "È stato un incontro cordiale e costruttivo - spiega Antonio Loddo, ristoratore di Carbonia, all'ANSA - Noi abbiamo chiesto che la Sardegna sia come Bolzano, con le aperture di mattina e di sera, sino alle 22, con il conto sul banco un quarto d'ora prima (anche se in alto Adige ci si preparara alla chiusura dei ristoranti da domenica, ndr). E abbiamo chiesto anche di parlare con il presidente della Regione Christian Solinas: crediamo che sia opportuno che ascolti direttamente da noi le richieste del settore". Proposte e trattative in corso.
"Tutto molto importante - continua Loddo - ma è chiaro che ora ci attendiamo risposte e fatti. Il comitato Io apro sta crescendo, riceviamo adesione da tantissimi colleghi, ma anche da titolari di palestre e di operatori del mondo dello spettacolo. Se queste risposte non dovessero arrivare siamo pronti a organizzare un'apertura generale di protesta - incalza - occorrono fatti e anche in fretta perché ne va della nostra sopravvivenza".
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