(ANSA) - CAGLIARI, 18 FEB - L'Alzheimer è solo la più
conosciuta ma esistono almeno dieci tipi di demenze o disturbi
neurocognitivi maggiori. Sono generalmente preannunciate dai
disturbi neurocognitivi "minori", una sorta di stato intermedio
che preannuncia spesso l'invecchiamento patologico.
Lo dice Roberto Pili, presidente di Ierfop e della Comunità
mondiale della Longevità (Cmdl) che ha portato avanti, insieme
alla docente dell'Università di Cagliari Donatella Petretto, uno
studio dal titolo "Dementia and Major Neurocognitive Disorders:
Some Lessons Learned One Century after the first Alois
Alzheimer's Clinical Notes", pubblicato sulla prestigiosa
rivista Geriatrics.
I disturbi neurocognitivi maggiori riguardano oltre il 5% della
popolazione italiana over 65, circa un milione di persone, di
cui 600.000 persone con Alzheimer, con costi stimati per il
Sistema sociosanitario di sette miliardi di euro, destinati
nei prossimi anni a un aumento progressivo con l'invecchiamento
della popolazione.
Una vera e propria epidemia che investe soprattutto le fasce più
anziane della popolazione. La ricerca è il frutto dell'accordo
di programma tra Ierfop e Università di Cagliari in
collaborazione con la CMdL e Medicina Sociale. Il focus è sulla
standardizzazione di protocolli con competenze biopsicosociali
per garantire una significativa autonomia personale e sociale
delle persone interessate, in virtù dell' assunto che "non è
sufficiente limitarsi ai trattamenti farmacologici, occorre
investire su interventi di carattere psicologico e ambientali
condizionando per tempo gli stili di vita, attraverso veri e
propri percorsi formativi - spiega ancora Pili -. Un intervento
tempestivo può correggere la progressione dei disturbi,
permettere un'adeguata e sufficiente autonomia e una
soddisfacente qualità di vita anche per lungo tempo".
Donatella Petretto osserva: "la demenza influisce sulla vita di
chi ne è colpito ma anche sulle famiglie. Per questo sono
necessari interventi di sostegno psicologico e economico.
Altresì è importante aiutare la famiglia a sviluppare strategie
che hanno anche valore terapeutico".
L'articolo scientifico anticipa l'avvio di un corso di
formazione, coordinato dal medesimo gruppo di lavoro che si
occuperà anche del ruolo della rete sociale ed in particolare
dei caregivers e della famiglia per un supporto abilitante in
tutte le fasi dei disturbi. Un tema cruciale su cui sarà
chiamato a misurarsi l'Ierfop, l'ente di Formazione, forte di un
consolidato patrimonio di competenze. (ANSA).
Longevità: declino cognitivo, prevenire e convivere
Geriatrics pubblica ultima ricerca Cmdl e università Cagliari