Cagliari chiede l'apertura del suo Teatro Lirico. Un ingresso limitato, domani in occasione della Giornata mondiale del Teatro, a duecento spettatori che abbiano già ricevuto entrambe le dosi di vaccino. La lettera è indirizzata al premier Mario Draghi. E la richiesta è firmata dal sindaco e presidente del Lirico, Paolo Truzzu, e dal sovrintendente Nicola Colabianchi.
Tutto parte dall'auspicio lanciato qualche settimana fa dal ministero della Cultura Dario Franceschini sulla possibile riapertura della struttura in occasione della Giornata mondiale del Teatro. Ma allora la Sardegna era in zona bianca. E il ministro si era forse sbilanciato proprio per la particolare condizione dell'isola. Da lunedì scorso la Sardegna è tornata in zona arancione. Ma Cagliari non demorde. "L'idea - spiegano Truzzu e Colabianchi - di poter riaccogliere il pubblico in sala e offrire le produzioni provate con tanto amore dai nostri professori d'orchestra, dal coro e realizzate grazie alla perizia delle maestranze e degli apparati produttivi del nostro teatro, aveva acceso quella speranza che lasciava intravedere un nuovo futuro di arte e di bellezza, una luce soffusa che indicava la strada verso l'uscita da un tunnel che nessuno di noi poteva immaginarsi di vivere".
Anche in arancione, però, secondo sindaco e soprintendente, il Teatro può aprire. Magari con un apposito provvedimento del premier. "Sarebbe un gesto di straordinario valore culturale e sociale - sottolineano nella lettera a Draghi i vertici del Comune e del Lirico - e di coraggiosa resilienza e di ascolto per gli animi più fragili che attendono con impazienza di poter tornare a vivere, in particolare le persone più anziane che per prime sono state sottoposte a vaccinazione, oltre che di esempio per gli altri Stati membri dell'Unione Europea che potrebbero guardare all'Italia con ammirazione e con intento emulativo. Una giornata di apertura sotto questo segno, di cui definire programma e data, potrebbe rappresentare certamente un momento indelebile nella memoria delle persone che, dopo altrettanti tragici scorci di vita sopportati senza poter muovere alcuna difesa, serberebbero un ricordo di umanità e di rinascita dal forte valore immaginifico". La lettera si chiude con un invito a Draghi: venga a "visitare il nostro Teatro non appena ne avrà la possibilità".