Claudio Deiana, cagliaritano, era un giovane arbitro di calcio scomparso nel maggio 2020 dopo una dura battaglia combattuta contro una leucemia senza mai perdersi d'animo. Mentre Cristian Curreli, nato a Sardara, era un insegnante appassionato del suo lavoro, morto improvvisamente a Sanluri nell'Istituto comprensivo dove prestava servizio: tutti lo ricordano come prezioso educatore di comunità per i ragazzi ospitati a scontare la pena alternativa al carcere. Claudia Chessa combatteva da 26 anni contro una malattia e aveva ripreso con determinazione gli studi tanto da andare anche in Algeria per elaborare la tesi di laurea. Per loro oggi è arrivata la laurea alla memoria: la pergamena è stata consegnata ai familiari in una cerimonia nell'aula magna del rettorato dell'Università di Cagliari.
A Claudia Chessa stata attribuita la laurea alla memoria in Scienze della comunicazione. Per Cristian Curreli un riconoscimento alla memoria degli studi compiuti nel corso di laurea in Scienze della Formazione primaria dopo la laurea conseguita in Scienze dell'educazione. E per Claudio Deiana è arrivata la laurea alla memoria in Giurisprudenza. Sono state le mamme della studentessa e dei due studenti a ritirare la pergamena dalle mani del rettore, che dopo la cerimonia ha ricevuto in forma privata le famiglie. "Emozionatissimi - ha detto Elisabetta Adamu, la mamma di Claudio Deiana - mio figlio questa laurea la meritava proprio. Sentiamo l'Università come una seconda famiglia".
E' la prima volta che l'Università di Cagliari conferisce la laurea alla memoria ad alcuni studenti deceduti: il complesso iter che ha portato al riconoscimento assegnato oggi è cominciato nei mesi scorsi per volontà di Maria Del Zompo, precedente Rettore dell'Ateneo, e ha portato all'individuazione di precisi requisiti di merito nella carriera accademica di Claudia, Cristian e Claudio. E' stata poi necessaria l'approvazione da parte dei rispettivi consigli di corso di laurea, del Senato accademico e del Consiglio di amministrazione, in un procedimento che ha coinvolto le famiglie.
"Come ateneo non abbiamo la presunzione di colmare nulla - ha detto il rettore Francesco Mola - il nostro vuole essere solo un piccolo contributo al percorso di rielaborazione che certamente state facendo. Ringrazio tutti quelli che hanno contribuito a realizzare questo percorso che per noi è una novità. Il vero ringraziamento va agli studenti che hanno stimolato l'ateneo per accelerare il processo necessario".