Alghero città turistica e di cultura resta senza assessore delegato al Turismo e alla Cultura. Ieri il sindaco Mario Conoci ha revocato le deleghe a Marco Di Gangi di Fratelli d'Italia, che però resta in carica. La scelta, insolita, sa di ulteriore rinvio rispetto a un redde rationem che la maggioranza e la città attendono da oltre un anno. La decisione di Conoci non rimargina la crisi che Di Gangi ha riacuito, dopo mesi di calma apparente, con la lettera inviata a fine luglio a sindaco, segretaria generale, dirigente del Controllo analogo, responsabili Anticorruzione di Comune e Fondazione Alghero, presidente, cda e revisori della Fondazione: per lui è incompatibile il triplo ruolo esercitato in Fondazione da Andrea Delogu di Forza Italia, che è contestualmente presidente, amministratore delegato e direttore generale. Una bordata degna dell'opposizione, non dell'assessore delegato tra l'altro ai rapporti con la Fondazione Alghero, braccio operativo del Comune per la gestione del polo museale e archeologico, della Grotta di Nettuno, del teatro e delle politiche di incoming turistico.
La sortita di Marco Di Gangi è l'ultimo atto dello scontro con Delogu, cui rinfaccia un'autonomia eccessiva rispetto al potere assessoriale. La verifica, con tanto di rimpasto che potrebbe costare caro a pezzi da novanta della giunta Conoci, è dietro l'angolo. Secondo i consiglieri di opposizione Gabriella Esposito, Mario Bruno, Pietro Sartore, Raimondo Cacciotto, Ornella Piras, Valdo Di Nolfo e Mimmo Pirisi, quella di Mario Conoci è "una mossa da illusionista, che lascia tutti a bocca aperta, la solita decisione a metà di un sindaco incapace di una vera assunzione di responsabilità, l'ennesima buffonata".
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