Sardegna

Covid: Aou Sassari, il 70% dei ricoverati non è vaccinato

Sei pazienti in terapia intensiva e 13 in area medica

Redazione Ansa

(ANSA) - SASSARI, 19 NOV - Nella palazzina di Malattie infettive di Sassari i pazienti Covid ricoverati sono 13, mentre al primo piano, dove si trova il reparto di Terapia intensiva Covid, i pazienti critici sono sei, di cui un sessantenne in Ecmo. È questa la fotografia della situazione attuale dei ricoveri Covid all' Aou.
    "Sono numeri completamente diversi da quelli che avevamo lo scorso anno - afferma il professor Pier Paolo Terragni, direttore del Dipartimento Emergenza-urgenza e della Rianimazione 1 -. Si tratta, appunto, di una ventina di pazienti ricoverati nella sola palazzina nella quale da tempo si centralizza questa patologia. Nello stesso periodo del 2020 nei reparti dell'Aou di Sassari erano ricoverati in 250 e a quelli si aggiungevano i pazienti ospitati nelle strutture territoriali che ci aiutavano nel trattamento dei soggetti con la malattia Covid".
    Nei due reparti Covid la maggior parte dei ricoverati arrivano dal Nuorese e dalla Gallura. "Stiamo beneficiando dell'effetto dei vaccini - prosegue Terragni - che ci ha permesso di controllare la situazione pandemica. I ricoverati in Terapia Intensiva hanno un'età media di 65 anni, il 70% non è vaccinato; tra i restanti ci sono pazienti entrati per altre patologie: cardiologiche, neurologiche o traumi".
    Intanto in Aou si stanno completando le terze dosi su tutti gli operatori sanitari dell'azienda e la prossima settimana partirà quella per il personale di interesse sanitario, che collabora per il buon funzionamento dell'ospedale e del personale che lavora per le ditte in convenzione. "Dobbiamo dare una copertura con la dose booster - afferma il professor Paolo Castiglia, coordinatore del centro vaccini dell'Aou di Sassari - per aumentare la protezione e ridurre la diffusione del virus. È dimostrato che il vaccino riesce a contrastare l'aumento della diffusibilità e, in particolare, gli esiti gravi - come il ricovero in terapia intensiva - e quelli letali. Sono dell'idea che dobbiamo fare subito la terza dose e recuperare quei soggetti suscettibili, che non hanno mai fatto neanche la prima dose, perché sono il vero serbatoio di diffusione e di impatto sugli ospedali". (ANSA).
   

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