di Stefano Ambu
Tre progetti Erasmus con Università ucraine interrotte dalla guerra. "Ma siamo sicuri che riprenderemo il discorso", assicura la pro rettrice all'internazionalizzazione dell'Ateneo di Cagliari Alessandra Carucci.
"Venerdi scorso a lezione di filosofia teoretica abbiamo parlato della guerra - racconta Marina, studentessa di Psicologia, visibilmente commossa durante la conferenza stampa di presentazione degli interventi dell'Università del capologuo sardo a favore dell'Ucraina - Una bella riflessione che testimonia la solidarietà. Anche perché davanti a un conflitto è difficile andare avanti. L'appoggio però dell'ateneo è importante: ci sono stati momenti in cui sembra impossibile concentrarsi, mi mancano solo pochi esami alla laurea. Si deve comunque guardare avanti".
Una comunità perfettamente integrata, quella ucraina.
Anastasia Bogach, 22 anni, è a Cagliari dai tempi delle elementari, studia lingue. "Sento i parenti in Ucraina e sono molto preoccupati, chi rischia di più sta cercando di scappare - spiega - Non vedo il mio Paese da dodici anni, desidero tornare.
Ma tornando, vedrò solo acerie. Una situazione ingiustificabile, non riesco a capacitarmi di quello che è successo".
Testimonianze drammatiche quelle di Marta Zakarchuk, 25 anni.
Ha studiato al De Sanctis di Cagliari, le mancano pochi esami per laurearsi in Giurisprudenza. "Mio padre, i miei zii e i miei nonni sono ancora in Ucraina: li sento ogni giorno ma in certi momenti devono scappare nei bunker. Per fortuna - spiega - sono arrivati mia zia con i bambini, li stiamo ospitando a Cagliari, siamo andati a prenderli al confine. Molti amici e compagni di scuola stanno combattendo. L'Ucraina nell'Ue? Ci sta provando da tanto. E sarebbe molto bello".