DI MANUEL SCORDO
"Ma lasciami stare. La vedi quella ragazza? È più bella di te". È la risposta di un giovane alle avance di una 21enne mentre si trovavano alla fermata degli autobus. Poche parole dette senza pensarci, ma tanto è bastato a scatenare contro una ignara rivale in amore la furia delle bulle. Calci, schiaffi, pugni e minacce, urlate mentre la vittima è a terra impotente, accanto a lei decine di persone osservano la scena senza intervenire. È accaduto a Cagliari in piazza Matteotti, in pieno centro. Ad avere la peggio una studentessa di 20 anni, finita in ospedale e dimessa con una prognosi di dieci giorni.
È stato proprio grazie a lei, al suo coraggio di denunciare quanto le era accaduto, che gli investigatori della Squadra mobile di Cagliari sono riusciti a rintracciare le bulle, due 16enni e una 21enne, denunciandole per lesioni aggravate e minacce. L'episodio è avvenuto il 9 febbraio scorso. Le tre ragazze si trovano vicino alla fermata dei pullman. La 21enne decide di tentare un approccio con un giovane. Si avvicina e prova a instaurare una conversazione. Lui però la respinge e, osservando una studentessa che si trova poco distante e che a quanto pare nemmeno conosce, dice: "Lei è più bella di te". Quella frase scatena la rabbia della 21enne che torna dalle due amichette di 16 anni e decide di vendicarsi della rivale.
Le tre la raggiungono alla fermata e iniziano a insultarla: "Sei una debole, fai la brava sennò ti ammazzo", le urla la più grande. Poi l'afferrano per i capelli, strappandole anche alcune ciocche, e la spingono a terra, tempestandola di calci sulla testa e all'addome. Nonostante alla fermata ci siano tante persone, nessuno interviene. Terminato il pestaggio, le tre si allontanano lasciando a terra la studentessa. La giovane chiede aiuto al 118: viene trasportata al Pronto soccorso dell'ospedale Brotzu e medicata. Non trascorre molto tempo dall'aggressione che la studentessa decide di denunciare tutto alla Polizia.
Dal 9 febbraio a oggi gli agenti della Mobile hanno lavorato senza sosta per rintracciare le tre bulle. A metterli sulla pista giusta sono state le minacce e gli insulti che la vittima dell'aggressione ha ricevuto sui social network dalle tre. Analizzando i vari profili gli investigatori sono risaliti alle loro identità. Le ragazze si sarebbero giustificate con i poliziotti dicendo: "Stavamo solo scherzando". Parole con non hanno convinto gli investigatori, da qui le denunce per lesioni aggravate e minacce.
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