DI STEFANO AMBU
Non un documentario di guerra. Non una spiegazione del conflitto. Nessun dato statistico. È l'uomo, con la sua vita quotidiana, le sue paure e le sue speranze, il protagonista di Mariupolis 2, il film del regista lituano Mantas Kvedaravicius, ucciso ad aprile da un razzo in Ucraina mentre era a bordo della sua auto in fuga dal Paese in guerra. Lo racconta in Sardegna la compagna Hanna Bilobrova al Carbonia Film Festival: la vedova ha salvato e completato il lavoro del regista insieme al montatore Dounia Sichov. E ora l'opera sarà presentata a Cannes.
Bilobrova ha aperto la giornata inaugurale del Festival. E in sala, davanti al pubblico, ha portato con sé anche lo zaino del compagno. Se lo è sfilato, lo ha poggiato sul palco, quasi come per metterlo al centro dei riflettori. E poi lo ha rimesso in spalla. "Era una parte di lui - ha raccontato quasi piangendo - non se ne liberava mai. L'ho portato da Mariupol e lo porto sempre con me. Perché così è come se Mantas fosse ancora e per sempre con me. E questo zaino testimonia che lui è qui, insieme a noi".
Parole dal fronte che hanno portato, in una Sardegna che ormai viaggia su temperature estive, il gelo della guerra. L'intento dell'autore del film, ha spiegato Bilobrova, era quello di "catturare la vita in una città sotto assedio". Un racconto "su come la gente vive in quella situazione e su come continua ad apprezzare la vita nonostante il conflitto". Un lavoro sugli sguardi, i sorrisi, le piccole cose di ogni giorno. "Non ci sono statistiche - ha spiegato - ma un lavoro che era importante documentare per non far dimenticare che in una guerra ci sono persone, esseri umani. È un'opera sulla condizione umana in un contesto così difficile visto dallo sguardo di un antropologo. Mantas ha voluto mostrare l'aspetto invisibile o meno visibile della guerra".
La vedova ha quindi chiarito, leggendo delle note di regia del compagno, qual è il senso del lavoro che ora andrà a Cannes: "È il racconto di uno scenario fatto di fabbriche, mare, passaggio incessante di soldati e del suono del violino, non è un racconto di guerra, ma del clima surreale che si è venuto a creare. E di come l'uomo può vivere di fronte a una situazione come questa". Un racconto di morte che può arrivare in qualsiasi modo, da un momento all'altro. Ma anche una storia di vita che continua. "Non posso raccontare io quello che Mantas stava facendo: è tutto nelle immagini del suo film. Guardate - ha esortato - e troverete le risposte, il senso di quello che voleva dire. E il senso di quello che sta succedendo". A Cannes Mariupolis 2 sarà proiettato giovedì 19 maggio nel Teatro Buñuel alle 11.30 e venerdì 20 alle 11 nel Teatro Agnès Varda per la stampa.
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