Tempo scaduto per le risposte della politica alle falle del sistema sanitario. I sindacati della sanità del Sassarese, riuniti oggi in assemblea, hanno detto basta alle attese, alle promesse, alle non risposte, e porteranno in piazza la protesta di tutti gli operatori del settore e i disagi di migliaia di cittadini.
Nel salone del Centenario della sede della Cgil, i delegati e gli Rsu di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, hanno rappresentato la 'via crucis' della sanità del nord ovest Sardegna: carenza di personale medico, inferimeristico, assistenziale, amministrativo; penuria di posti letto in tutte le strutture, da Sassari a Alghero e a Ozieri; l'assenza di ospedali di comunità e case della salute per garantire l'assistenza sanitaria su tutto il territorio e non sovraccaricare i Pronto soccorso; la mancanza di un hospice per i malati terminali; la totale indifferenza dei vertici Aou e Asl verso le relazioni sindacali, completamente assenti.
E ancora: vertenze lavorative diventate ormai croniche per le quali la dirigenza aziendale e la politica sembrano non voler trovare una soluzione, come per le strutture psichiatriche di Rizzeddu e Ploaghe e l'istituto di riabilitazione Gena; il ricorso continuo ed eccessivo a contratti di lavoro precario e interinale; la mancata convocazione di una cosiddetta cabina di regia locale e regionale per gestire le vertenze sia lavorative sia assistenziali e logistiche Queste sono le principali rivendicazioni sottoscritte a nome dei lavoratori dai tre segretari territoriali Toto Terrosu (Fp Cgil), Antonio Monni (Cisl Fp) e Augusto Ogana (Uil Fpl).
Rivendicazioni che sfoceranno in una mobilitazione generale in piazza, o entro l'estate, o in quello che si annuncia un vero autunno caldo. Perché, come ha detto nel suo intervento Gianmario Sardu della segreteria territoriale Cisl Fp, "è neessario dimostrare la nostra forza e vitalità con un'azione decisa e coraggiosa. Se non ora, quando?".
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