La contrarietà ferma agli impianti eolici nel mare sardo passa oggi per il Consiglio regionale dove sono in discussione tre mozioni del M5S, del Psd'Az e del Pd. Obiettivo, arrivare a un ordine del giorno condiviso che impegni il presidente della Regione a fare in modo che il futuro turistico, ambientale ed economico dell'Isola sia difeso. Il risultato però non è scontato. "Gli speculatori energetici vanno fermati ad ogni costo - ha detto il capogruppo pentastellato Roberto Li Gioi illustrando uno dei tre documenti - vogliono rubare il nostro vento, venderlo a peso d'oro, senza lasciare qui nemmeno un centesimo e nemmeno un kilowatt ora".
Elena Fancello (Psd'Az) ha ricordato che "qui nessuno è contro le rinnovabili, siamo però contrari all'impianto di nuove servitù finalizzate all'interesse altrui". "Non accettiamo che si compromettano i beni comuni in modo permanente - ha spiegato Roberto Deriu (Pd) - perché la Sardegna deve sostenere uno sforzo gigantesco in presenza di un surplus energetico prodotto e in presenza di tutte le servitù che l'Isola ha già concesso? Serve l'unità dell'Aula e spero in documento congiunto perché parliamo del progetto di costruire una Sardegna intorno alla Sardegna fatta di giganteschi impianti".
Fuori dal palazzo, prima della discussione si sono riuniti i rappresentanti di numerose associazioni (Confederazione sindacale sarda, tra le altre) in sit-in per chiedere all'Assemblea una posizione intransigente per respingere "l'ennesimo assalto alle nostre coste". Attualmente le richieste di parchi eolici presentate sono 13, corrispondenti a 700 pale da 300 metri d'altezza in grado di fornire una potenza energetica complessiva da quasi 10mila megawatt.