"Non riusciamo più ad andare avanti, stiamo pagando bollette quadruplicate. Ne risentono i cittadini e lavoratori, che prima o poi verranno licenziati dalle aziende costrette a chiudere".
I rappresentanti dell'Unione sindacale di base riportano una situazione drammatica per molte famiglie sarde. Le bollette in mano ed esposte sui cartelloni, a sottolineare il peso di quelle cifre sui bilanci di una famiglia che non può permettersi i rincari.
"Il prezzo dei soli beni alimentari in Sardegna è cresciuto dell'11,2% che mediamente costringerà le famiglie sarde a spendere in più 780 euro all'anno solo per mangiare - dice Enrico Rubiu, uno dei portavoce della protesta -. Secondo l'Istat le voci legate all'abitazione (energia, riscaldamento, acqua, ecc.), hanno avuto un incremento del 26%. Anche Abbanoa ha annunciato imminenti rincari. È insostenibile".
La ricetta, secondo la Usb, passa per due strade: "Serve una soglia, per tutte le famiglie, sotto la quale non si paghi l'energia elettrica, perché si tratta di un bene di prima necessità e non ne se ne può fare a meno, oltre la soglia si dovrebbe poi pagare un prezzo controllato. Oggi non ci sono controlli e, complice la guerra in Ucraina, si sta speculando".
L'altra strada passa per i tribunali. La Usb Confederale ha presentato in molte città, tra le quali Cagliari, un esposto in Procura per denunciare "tutte le condotte poste in essere dalle società che commerciano gas, energia elettrica e prodotti petroliferi ai danni della collettività nel silenzio più assordante di enti e ministeri preposti al controllo che dovrebbero intervenire - spiegano i promotori -. Con la denuncia si chiedono anche spiegazioni sulle speculazioni di chi giustifica l'aumento dei prezzi sulla base della chiusura dei rubinetti russi".
Caro bollette: protesta a Cagliari, "costretti a chiudere"
Presidio Usb davanti a Enel, "non riusciamo più a andare avanti"