No al blocco della pesca ai ricci di mare per tre anni. I pescatori sardi, da questa mattina in presidio sotto il Consiglio regionale, ed in particolare i ricciai, che questo pomeriggio hanno bloccato il traffico in via Roma, chiedono attenzione da parte della politica: "non vogliamo ristori, vogliamo lavorare", questo il coro unanime.
"Ci hanno imposto il blocco della pesca per tre anni, ma non sappiamo su quali basi - sostiene Antonio Puddu, uno dei 189 pescatori di ricci autorizzati nell'Isola - le ricerche dei biologi dimostrerebbero che i ricci sono in sofferenza, chi scende in mare ogni giorno dice che non è così".
"Avevamo fatto le nostre proposte - ricorda Puddu - per trovare un compromesso, abbiamo proposto di ridurre il numero delle ceste e dei giorni a settimana in cui pescare, ma non ci hanno dato risposta. Avremmo potuto trovare una soluzione di quel tipo, riducendo i prelievi, non annullandoli. Ora chiediamo che se fermo ci deve essere sia per un anno".
A tarda sera per protesta in due si sono arrampicati sul cornicione del palazzo del Consiglio, poi sono stati convinti a scendere dalle forze dell'ordine presenti e dai vigili del fuoco.
Questa mattina i pescatori della Uil hanno fatto ulteriori richieste per il comparto in generale, come la riconversione delle licenze, a fronte di un pagamento di un indennizzo, agli operatori pesca che lavorano con le piccole imbarcazioni a strascico e che pescano sotto costa "creando danni al fondale e distruggendo la fauna marina troppo piccola" e anche "più controlli per il rispetto della legge sulle nasse".
In mattinata si sono fermati ad ascoltare le istanze il presidente della commissione Attività produttive, Piero Maieli, il consigliere regionale di maggioranza Michele Ennas (Lega) e la consigliera di opposizione, Desirè Manca (M5s).