Garantire un prezzo equo delle produzioni di agnelli e capretti. Lo chiedono i pastori "senza bandiera" che fanno appello alla Regione e all'assessora dell'Agricoltura Valeria Satta.
Per gli allevatori le criticità stanno dietro alla legge del 2021 di recepimento della direttiva europea in materia di pratiche commerciali sleali nell'ambito della filiera agroalimentare. "La norma avrebbe dovuto agevolare la vendita degli agnelli sardi - spiegano in una nota - anche a marchio Igp, ma il nodo sono i prezzi, fissati solo nel mese di dicembre, quando il prodotto è già immesso sul mercato, mentre i produttori dovrebbero avere il calcolo già la mano per avere potere di contrattazione alle aste".
"L'agnello il capretto riescono a spuntare prezzi dignitosi in pochi periodi dell'anno - precisano - quest'anno più che mai si è creato un forte disequilibrio nelle aste e nelle vendite private, con oscillazioni di un euro anche nell'arco di poche ore e allo stesso tempo il prezzo pagato al pastore ha raggiunto picchi di cinque o sei euro al chilo per poi ricadere a 3,5 al chilo nel giro di pochissimi giorni".
I pastori chiedono all'assessora Satta di mettere in atto "qualsiasi azione a tutela degli allevatori sardi e dei consumatori che hanno diritto ad avere chiarezza e trasparenza".
Allevatori in allarme, garantire prezzo equo dell'agnello
Troppe oscillazioni nei listini per effetto norma europea