Quattro storie di vita, stellette e malattia. "Quello che è mio", il nuovo cortometraggio del regista e sceneggiatore sassarese Gianni Cesaraccio, già autore di "Valerio" (vincitore di Visioni Sarde 2020) e "Noi siamo il male", racconta le vicende di quattro ex soldati che dopo aver prestato servizio nei poligoni di addestramento militare della Sardegna, scoprono di essere ammalati di tumore e si sentono abbandonati dallo Stato. Quattro uomini che stanno ormai affrontando la fase terminale della malattia e che, nella narrazione fantasiosa dell'autore, decidono di prendersi il risarcimento che lo Stato gli ha negato andando a rapinare banche in piccoli borghi dell'Isola.
L'obiettivo non è criminale: i quattro vogliono mettere da parte abbastanza denaro per permettere alle famiglie di vivere dignitosamente dopo la loro morte. Un film azzardo, una provocazione e una denuncia sul dramma vissuto da molti ex militari e dalle loro famiglie. Il corto è stato girato tra Giave, Nulvi, il lago di Cuga a Uri e Sassari nell'estate del 2020, ma problematiche di vario genere, a partire dal Covid, ne hanno rallentato la fase di post-produzione. Così per portare al traguardo la produzione del film, i soldi necessari sono stati raccolti con una campagna di crowdfunding, ancora aperta. Raccolta fondi che in parte sarà donata all'associazione di oncologia Mariangela Pinna.
Prodotto da Fabio Donatini e Chiara Nicoletti per Zarathustra Film, in collaborazione con Terra de Punt di Tore Cubeddu, "Quello che è mio" nasce da un'idea dell'attore Marco Bullitta, protagonista del film "Il Muto di Gallura" di Matteo Fresi, e tra gli interpreti principali del corto. Con lui Vanni Fois, attore con alle spalle una carriera ricca di collaborazioni con grandi registi come Pupi Avati e Antonello Grimaldi, lo stesso Grimaldi, Roberto Fara e Davide Tassi. Tra i collaboratori tecnici spicca il nome del musicista e sound designer Gianfranco Marongiu, autore del montaggio dei dialoghi di serie come "Gomorra" e "L'amica geniale" o film come "Lazzaro Felice" di Alice Rohrwacher. La produzione esecutiva è di Manuela Pala.