Sardegna

Tredicenne uccisa dalla madre a Oristano, il legale: "La donna aveva disagi psichici, avevamo chiesto affidamento al padre"

Attesa per l'autopsia, il papà: 'Ho perso tutto'

Redazione Ansa

DI MARIA GIOVANNA FOSSATI

C'è una storia di disagio psichico, problemi economici e una separazione difficile dietro l'omicidio di Chiara, la 13enne di Silì, una frazione di Oristano, uccisa a coltellate dalla madre, e forse anche strangolata, sabato scorso nella casa dove le due abitavano. La donna, Monica Vinci, di 52 anni, ha poi tentato il suicidio lanciandosi dalla finestra, ma si è salvata: dopo un ricovero a Sassari, nel reparto di Psichiatria, è stata trasferita all'ospedale San Maryno di Oristano. Per lei è scattata l'accusa di omicidio volontario. L'ex marito Piero Carta, 53 anni, agente della Polizia locale di Oristano, a breve avrebbe presentato una nuova istanza di affidamento della figlia, che i giudici avevano assegnato alla madre.

"Eravamo consapevoli dello stato di disagio della donna e già nel 2015, dopo il suo ricovero per problemi psichici, avevamo presentato istanza perché venisse dichiarata incapace di intendere e di volere, ma l'istanza è stata rigettata perché la donna ha presentato un certificato medico che la dichiarava idonea", racconta all'ANSA l'avvocato Filippo Cogotti, che tutela il padre della giovanissima vittima. "Ultimamente Chiara si era riavvicinata alla famiglia del padre - precisa il legale - ed era nostra intenzione ad aprile, quando sarebbero decorsi i termini per il divorzio, presentare una nuova istanza di affido. Ma c'è anche dell'altro: la ragazza al compimento dei 14 anni, il prossimo 24 marzo, avrebbe potuto decidere davanti al giudice se stare con la madre o con il padre". Ed è proprio questo il punto su cui si fa largo una terribile ipotesi: la donna, consapevole che avrebbe potuto perdere la figlia, l'assegno di mantenimento e la casa, potrebbe aver deciso di uccidere la figlia e di farla finita.

La ragazzina era stata colpita con un temperino: venti i fendenti scagliati sull'addome, poi potrebbe essere stata finita soffocandola con un cavetto del cellulare ritrovato sul posto. Sarà l'autopsia, in programma oggi, a fare chiarezza sulle cause esatte della morte.

"Ho perso tutto, mi ha tolto quanto avevo di più prezioso", continua a ripetere disperato in queste ore Piero Carta. "Amore di papà, so che non potrai leggermi ma voglio comunicare con la tua anima - scrive l'uomo sui social - La tua vita è stata interrotta ma papà non ti dimenticherà mai, continuerai a essere il primo pensiero. Ho grandi progetti perché tu possa essere ricordata ed essere un valido aiuto per gli altri. Ciao amore mio, ti amo". Sgomento e commozione anche nella scuola di piazza Manno, dove Chiara frequentava la terza media. "La tua giovane vita ancora in boccio è stata spezzata dalla solitudine della disperazione - scrivono compagni e professori su Facebook -. Vivrai nel ricordo dei tuoi insegnanti, dei tuoi compagni e amici. Il tuo posto in aula rimarrà vuoto ma non quello nei cuori di chi ti ha conosciuto e voluto bene".

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