Bruno Bellomonte, 73 anni, e Mario Sanna, 75 anni, esponenti del movimento indipendentista sardo Liberu, sono a processo per avere scritto, nell'aprile 2018, con vernice bianca "Sa terra sarda a su populu sardo" sul muro di cinta della tenuta abbandonata di Surigheddu, di proprietà della Regione, nelle campagne di Alghero. Imputati per il reato di imbrattamento, rischiano una condanna a 1 anno. Il processo si sarebbe dovuto aprire oggi, ma l'avvio del procedimento non è stato notificato alla Regione, ma all'azienda agricola Surigheddu, fallita e scomparsa nel 1986. Davanti alla pm Rosanna Nurra e all'avvocata della difesa, Giulia Lai, la giudice Monia Adami non ha potuto fare altro che rinviare l'udienza al 9 giugno 2023.
Questo mentre davanti al tribunale di via Roma gli indipendentisti di Liberu e di Caminera Noa, inscenevano un sit in di protesta contro l'incriminazione e di solidarietà per i due imputati. "Noi conosciamo bene la differenza tra ciò che è legale e ciò che è giusto, e sappiamo che molto spesso le due cose non combaciano", sostengono i manifestanti che su un foglio di cartone hanno riprodotto la scritta incriminata.
"Se la legalità della speculazione si manifesta come ingiustizia alla luce del sole, allora noi pratichiamo la giustizia sarda alla luce del sole, chiamando il popolo sardo a rivendicare il sacrosanto diritto al possesso delle sue terre". Sarcastico il commento di Bellomonte: "Ci accusano di avere imbrattato un muro abbandonato e pericolante. Noi abbiamo solo dipinto una frase che fa parte della nostra linea politica. Volevamo solo sollecitare il ritorno di quei 1.200 ettari di terra fertile ai pastori e ai coltivatori sardi. Terreni e strutture abbandonate da 40anni dove qualcuno vorrebbe costruire resort, piscine e campi da golf".