Sardegna

Il Recinto delle feste riapre nell'area archeologica di Serri

Tra più importanti della Sardegna per età del Bronzo e del Ferro

Redazione Ansa

(di Maria Grazia Marilotti) (ANSA) - SERRI, 10 MAR - Riapre al pubblico il "Recinto delle feste" del Santuario Nuragico di Santa Vittoria, sul margine orientale della Giara di Serri, nel sud Sardegna. E' stato interpretato dall'archeologo Giovanni Lilliu come luogo di incontro delle genti nuragiche in occasione dello svolgimento delle cerimonie religiose.
    L'area archeologica è tra le più importanti della Sardegna per la ricostruzione della protostoria dell'Isola nell'età del Bronzo e del Ferro. Una testimonianza preziosa per la conoscenza delle pratiche religiose delle popolazioni nuragiche. A cento anni dal primo intervento nel Recinto delle feste ora questo luogo coi suoi caratteristici porticati, viene restituito alla collettività con la presentazione dei risultati delle recenti indagini. La Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna, guidata da Monica Stochino, ha dato infatti il via a un intervento estensivo all'interno del Recinto.
    "I risultati hanno messo in luce una frequentazione del sito che parte almeno dal Bronzo recente (circa 1300 a. C.) e una successiva frequentazione di età punica e romana. Lo scavo ha poi evidenziato che all'interno non sono presenti strutture edificate, come era stato ipotizzato, ma che il grande spazio all'aperto era vuoto", spiega Gianfranca Salis, direttrice scientifica della Soprintendenza.
    L'area archeologica Santa Vittoria ora sarà al centro di una serie di conferenza per celebrare il centenario degli scavi e in particolare la scoperta del Recinto e della Casa del Capo. Il sindaco, Samuele Antonio Gaviano, ha annunciato progetti futuri di valorizzazione del sito con sistema integrato durante la presentazione alla presenza tra gli altri di Patricia Olivo, segretaria regionale del Mic per la Sardegna, stazione appaltante dell'intervento.
    La scoperta del santuario risale al 1909, quando Antonio Taramelli diede inizio agli scavi archeologici che proseguirono a più riprese fino al 1931, portando alla luce la maggior parte delle strutture e degli edifici oggi noti e visibili, oltre a importanti reperti archeologici, molti dei quali esposti nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.
    A partire dal 2018 le ricerche sono riprese in modo stabile e sono ancora in corso. Al termine dei lavori verrà riconsegnato alla fruizione alla cooperativa e in collaborazione con il Comune e con la cooperativa L'acropoli nuragica. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it